Santuario de Las Lajas: Guida Definitiva al Gioiello Neogotico della Colombia

Ultimo aggiornamento del post 6 Luglio, 2025

Santuario de Las Lajas: Guida Definitiva al Gioiello Neogotico della Colombia

Se ami i luoghi capaci di farti dire “non pensavo esistesse qualcosa del genere”, il Santuario de Las Lajas farà centro al primo sguardo.
Immagina un ponte di pietra sospeso su un canyon verdissimo, la facciata neogotica che si specchia nell’acqua del fiume Guáitara e, tutt’intorno, il silenzio rarefatto degli altipiani andini.
È uno dei santuari più fotografati del Paese, ma resta fuori dalle rotte di massa: perfetto per chi vuole vivere il lato più autentico della Colombia senza rinunciare allo stupore.

Nel corso di questo post ti racconterò la storia – fra apparizioni miracolose e architetti visionari – di questo tempio arroccato a oltre 2600 metri, scopriremo i dettagli estetici, esploreremo la devozione popolare che lo avvolge durante le processioni.
Alla fine saprai non solo come visitarlo, ma anche perché inserirlo nell’itinerario di un Viaggio in Colombia.

Ti accompagnerò in questo post alla scoperta di Manizales.
Sono Roberto Furlani, esperto di Centro-Sud America e della Colombia (per cui, come tour operator, ho creato più di 15 programmi di viaggio) e ho oltre 32 anni di attività professionale nel Turismo.  
Questo, in cui ti trovi, è il mio Blog ” Viaggio-CentroSudAmerica“, in cui racconto in più di 1050 post le straordinarie  bellezze  della Colombia e dell’America latina (alla fine di questo post potrai conoscere meglio chi sono 😊

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Dove si trova il Santuario

Scendendo per la Panamericana verso la frontiera nord dell’Ecuador, a circa dieci chilometri dalla cittadina andina di Ipiales, il terreno si apre in un profondo taglio roccioso: è il canyon del fiume Guáitara, teatro naturale dove sorge il Santuario de Las Lajas.

Siamo nel corregimiento di Las Lajas, comune di Ipiales, dipartimento di Nariño, una regione che funge da cerniera fra la cultura andina ecuatoriana e quella colombiana. Il confine, segnato dal ponte internazionale di Rumichaca, dista meno di venti minuti d’auto: se stai attraversando i due Paesi via terra, Las Lajas diventa tappa obbligata e piacevolmente comoda.

Come raggiungerlo da Ipiales (e oltre)

Il punto di partenza più pratico è il terminal degli autobus di Ipiales.
Qui, dalle prime luci dell’alba fino alle 18, partono furgonetas collettive dirette al santuario; il tragitto dura quindici minuti e il biglietto costa l’equivalente di un euro. Vuoi maggiore libertà di orario?
Un taxi urbano, contrattato in piazza Santander, ti lascia al parcheggio panoramico superiore per circa tre euro.
Da Pasto – la capitale dipartimentale a 80 km – partono pullman diretti ogni mezz’ora che impiegano un’ora e mezza: perfetto se arrivi con un volo interno o hai proseguito il tuo itinerario neogotico dopo aver visitato la cattedrale di Cristo Rey.

Chi entra dalla frontiera ecuatoriana trova taxi collettivi subito dopo l’ufficio immigrazione: in mezz’ora raggiungi Las Lajas senza dover passare dal centro di Ipiales.
Ricorda però che, oltre al biglietto, potrebbero chiederti un piccolo supplemento per il bagaglio; contrattalo prima di salire a bordo.

Santuario de Las Lajas: Guida Definitiva al Gioiello Neogotico della Colombia

Perché la posizione conta

Seduto sulla terrazza del santuario, lo capirai subito: la cornice naturale vale da sola il viaggio. L’altitudine – sfiora i 2 900 metri nella parte alta del canyon – regala un clima frizzante, ideale per camminare senza sudare come nei tropici; la quota, però, impone di muoversi con calma i primi minuti per evitare il fiatone.

Inoltre, la vicinanza al confine fa di Las Lajas la cerniera perfetta fra due universi: puoi sorseggiare un caffè de tinto bollente nella plaza di Ipiales al mattino e cenare con ceviche alla maniera ecuadoriana a Tulcán la sera stessa.

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Aspetti architettonici: un gotico sospeso fra roccia e cielo

Appena oltrepassi l’arco d’ingresso il santuario ti appare come un castello delle fiabe incastonato nella gola: archi rampanti, guglie filiformi, volte a crociera che ricordano il gotico francese del XIV secolo, ma con un’impronta tutta andina.
Gli architetti J. Gualberto Pérez e Lucindo Espinosa scelsero una pietra vulcanica grigio-perla alternata a conci bianchi; l’effetto, sotto la luce lattiginosa dell’altopiano di Nariño, è quello di un merletto scolpito nella roccia.

Il tempio vero e proprio, lungo 27 metri e largo 15, poggia su un ponte a due arcate che salta il fiume Guáitara con un colpo d’audacia: cinquanta metri di vuoto sotto i tuoi piedi, diciassette di larghezza e venti di sviluppo, abbastanza per ospitare la processione che ogni sera accende candele e canti mariani. Le torri gemelle svettano per oltre cento metri dal letto del fiume, coronate da pináculos che si stagliano contro le nubi.

All’interno, la penombra è rotta dai vetrales disegnati dal maestro tedesco Walter Wolf: vetro e fibra di vetro dai riflessi blu-zaffiro narrano i misteri del Rosario e colorano l’abside dove affiora l’immagine della Virgen de Las Lajas dipinta – secondo la tradizione – da mano celeste direttamente sulla pietra laja.

Sotto il presbiterio scende la cripta romanica dedicata al Sacro Cuore: navata unica, archi a tutto sesto, marmi crema che contrastano con l’austerità gotica soprastante. Fuori, un’esplosione di contrafforti, rosoni traforati, arbotantes slanciati; lungo il camminamento laterale centinaia di ex-voto raccontano grazie ricevute, incidenti scampati, malattie guarite.
È un museo popolare scolpito nell’ardesia.

Piccola pausa prima di proseguire

Ritagliati un momento per percorrere il ponte verso il belvedere opposto: da lì la prospettiva rivela la perfetta simmetria delle tre navate e lo sperone di roccia che sembra crescere dall’abside. Ti assicuro che è l’angolo migliore per una foto da cartolina, soprattutto all’ora dorata.

Santuario de Las Lajas- interno

Storia: dal rifugio di paglia al capolavoro neogotico

La leggenda fa risalire tutto al 1754, quando María Mueses, indios pastusa, e la figlia Rosa – muta dalla nascita – furono sorprese da un temporale nel canyon.
Cercando riparo fra le rocce notarono sullo sperone una figura femminile dipinta, e la bambina, rapita dallo sguardo della Vergine, pronunciò la sua prima parola: “Mamita”. Il racconto prese a diffondersi; nel giro di quarant’anni i pellegrini costruirono una capanna di legno e paglia che custodiva l’immagine.

A fine Settecento fra’ Juan de Santa Gertrudis, francescano spagnolo, descrisse nelle sue cronache il culto nascente. I miracoli attribuiti alla “Madonna del Laso” moltiplicarono le offerte e nel 1796 sorse una cappella in mattoni sormontata da una cupola di argilla.

Il XIX secolo vide il primo balzo architettonico con l’ingegnere ecuadoriano Mariano Aulestia: ampliò la navata, tracciò le fondamenta del futuro ponte e progettò una piazza circolare per accogliere processioni sempre più affollate.
Ma il vero cambio di passo arrivò nel 1916 quando la comunità, vincendo diffidenze e confini, affidò il nuovo santuario ai colombiani Pérez ed Espinosa.

Trentaré anni – e un costo, all’epoca, superiore ai tre milioni di pesos finanziati a forza di donazioni – bastarono per consegnare al mondo il monumento neogotico che ammiri oggi: consacrato nel 1949, gemellato spiritualmente con Lourdes, dichiarato “Meraviglia di Colombia” nel 2007.

Esterno Santuario de Las Lajas- interno

Aspetti religiosi: tra fede popolare e liturgia solenne

Il Santuario de Las Lajas è innanzitutto un luogo di culto cattolico sotto la diocesi di Ipiales. Ogni giorno le suore Francescane di María Inmaculada aprono i cancelli all’alba, curano i giardini pensili e preparano l’altare per tre messe in rito romano che si susseguono con puntualità monastica. Ma la devozione esplode davvero in tre momenti chiave.

Settembre porta la festa patronale: una settimana di novene, fuochi d’artificio e processioni notturne in cui la statua della Vergine attraversa il ponte, illuminata da migliaia di candele.
Il Giovedì Santo la Via Crucis si snoda lungo la scalinata che scende al fiume, fra cori in quechua e tamburi afro-pastusos.
A dicembre e inizio gennaio il santuario si trasforma in presepe vivente con mercatini di poncho, pan de yuca fumante e presepi scolpiti in zucca secca.

In questi picchi di affluenza, se non ami la folla, programmati una visita all’alba: l’eco dei salmi che rimbalzano fra le pareti di roccia è pura mistica, e avrai tutto il tempo di sederti in silenzio davanti alla pietra miracolosa prima che arrivino i bus da Bogotà o da Popayán.

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Un ultimo consiglio

Porta una piccola torcia: la cripta romanica è illuminata solo da candele votive e, se vuoi cogliere i dettagli dei capitelli scolpiti, una luce discreta ti tornerà utile.
E se desideri respirare l’atmosfera oltre il mordi-e-fuggi, fermati a dormire in una finca familiare sulle colline di La Victoria.
Svegliarti con il profumo del café de Nariño ti farà capire perché viaggiare con lentezza è il miglior modo per rendere omaggio a questo angolo di Colombia autentica.

Interno-Santuario de Las Lajas- interno

Riconoscimenti e curiosità

Prima di addentrarti nei meandri della storia e dell’arte, vale la pena di raccogliere i “titoli nobiliari” che il Santuario de Las Lajas ha collezionato in sessant’anni: un palmarès che lo inserisce di diritto fra i luoghi di culto più celebrati dell’intero patrimonio culturale della Colombia.

Dalla corona alla stampa internazionale

La devozione popolare ricevette il primo sigillo ufficiale nel 1951, quando la Santa Sede autorizzò la coronazione canonica dell’immagine mariana dipinta sulla roccia. Tre anni più tardi arrivò la dignità di basilica minore, concessione rara per un santuario fuori dai grandi centri urbani.

Gli onori civili seguirono di pari passo: nel 1984 l’allora Instituto Colombiano de Cultura lo dichiarò monumento nazionale; ventidue anni dopo un nuovo decreto lo elevò a Bien de Interés Cultural de Carácter Nacional, garanzia di tutela e fondi per il restauro delle vetrate di Walter Wolf.

Nel 2007, grazie a un referendum on-line, i colombiani lo scelsero tra le sette meraviglie del Paese; nel 2015 il quotidiano britannico Daily Telegraph lo definì «la chiesa più bella del mondo», precedendo icone come la Sagrada Família.

Fra gli aneddoti spicca la vicenda della campana maggiore, fusa a Quito nel 1942: attraversò il confine su un carro a buoi, ma una piena del Guáitara ne spezzò l’asse. I contadini sollevarono l’enorme bronzo con tronchi di quindío, dimostrando che la tenacia andina non teme burroni né confini.

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Consigli per la visita di Las Lajas

Il santuario sorge a 2 900 metri: un altopiano battuto da nebbie mattutine e cieli di zaffiro appena spunta il sole.
Da giugno ad agosto e da dicembre a gennaio l’aria è tersa e la pioggia quasi assente: se puoi, programma la tua tappa in questi mesi.
Evita però il 15 settembre, data della festa patronale, a meno che tu non voglia condividere il ponte con decine di migliaia di pellegrini.

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Dove dormire e cosa mettere in valigia

La scelta più pratica è fermarti a Ipiales — venti minuti di taxi dal santuario — dove spuntano hostal economici intorno al Mercado 18 de Julio e boutique hotel nei pressi della Plaza San Felipe.
Per chi preferisce il silenzio suggerisco le fincas del vicino Las Victorias: camere rustiche, camino acceso e colazione con caffè de Nariño tostato sul posto.

Porta con te un pile leggero, giacca antipioggia e scarpe con suola scolpita: il sentiero lastricato può diventare scivoloso. Il sole equatoriale picchia anche in quota, quindi non dimenticare crema SPF 50, occhiali UV e borraccia termica; alle quote andine la disidratazione arriva prima della sete.

Esperienze extra fra canyon e altipiani

Dopo la messa del mattino scendi i duecento gradini che costeggiano il fiume: fra orchidee selvatiche e colibrì raggiungerai il ponte sospeso costruito dai frati francescani per accedere alle grotte votive.
Da lì partono sentieri che risalgono il canyon del Guáitara, ottimi per osservare aquile e tití del Nariño.
Nel pomeriggio fai rotta su Ipiales per assaggiare la cuy asada — il porcellino d’India alla griglia — o spingiti fino al mercato di Tulcán appena oltre il confine ecuatoriano, famoso per le sculture vegetali del suo cimitero-giardino.

Il santuario apre alle 6.00 e chiude alle 19.00; l’ingresso è gratuito, ma una donación voluntaria di 5 000 COP aiuta a finanziare il restauro delle vetrate. Il nuovo teleférico (8 000 COP a tratta) risparmia la salita in minibus e regala una vista impareggiabile sull’abside sospesa.

Santuario de Las Lajas: Guida Definitiva al Gioiello Neogotico della Colombia

Come arrivare a Las Lajas

Arrivare a Las Lajas è semplice, purché tu metta in conto distanze andine e qualche curva panoramica.

In aereo e bus

L’aeroporto San Luis di Ipiales riceve tre voli settimanali da Bogotá con Satena; in alternativa puoi atterrare a Pasto (Antonio Nariño) e proseguire due ore in bus attraverso l’altopiano de La Cordillera.
Dal terminal di Pasto partono minibus ogni venti minuti (25 000 COP); da Bogotá, Cali o Medellín preparati a viaggi notturni di dodici-sedici ore su comodi pullman-salón cama.

Una volta a Ipiales il tragitto finale è breve: taxi ufficiale a tariffa fissa (15 000 COP) o colectivo che parte di fronte al centro commerciale Gran Plaza. 

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Mi chiamo Roberto Furlani e lavoro con passione nel Turismo da oltre 32 anni, di cui 15 passati a dirigere l’Ufficio Turismo del WWF Italia (Fondo Mondiale per la Natura) e 12 come Tesoriere di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).

Grazie anche a questa ricca esperienza sono oggi Responsabile Prodotto e Tour operator per Evolution Travel  (il Network che conta più di 600 consulenti di viaggio on line), per cui ho creato più di 120 programmi di viaggio, con cui potrai scoprire il Centro-Sud America!

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E’ stato così per me estremamente naturale dare vita al Travel Blog Viaggio Centro Sud America  in cui ti trovi e creare più di 900 post e video che, spero, ti aiuteranno a conoscere e amare intensamente come me questa Regione del nostro Pianeta.

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