Ti trovi in una fascia di Ande colombiane dove ogni pendio profuma di arabica appena tostato: l’Eje Cafetero.
Qui coltivazioni a terrazza, villaggi dipinti di colori accesi e riserve di foresta nebulosa convivono in pochi chilometri quadrati, sostenendo un’economia basata sul caffè specialità e, allo stesso tempo, un turismo lento fatto di fincas familiari, sentieri fra palme di cera e feste che celebrano la raccolta.
Se vuoi scoprire come un chicco diventa bevanda — e perché questo paesaggio è entrato nella lista UNESCO — continua a leggere: troverai storia, itinerari, gastronomia e consigli pratici per viaggiare in modo consapevole nel cuore aromatico della Colombia.
Sono Roberto Furlani, esperto di Centro-Sud America e della Colombia (per cui, come tour operator, ho creato più di 15 programmi di viaggio) e ho oltre 32 anni di attività professionale nel Turismo.
Questo, in cui ti trovi, è il mio Blog ” Viaggio-CentroSudAmerica“, in cui racconto in più di 1050 post le straordinarie bellezze della Colombia e dell’America latina (alla fine di questo post potrai conoscere meglio chi sono 😊
Ecco cosa potrai leggere in questo post:
1. Eje Cafetero: storia del caffé colombiano
2. Zona Cafetera: Cosa Vedere
3. Le principali Città dell’ Eje Cafetero
4. Gastronomia locale
5. Eventi e Festival
6. Le Jeep Willy
7. Come arrivare nel Eje Cafetero
8. Quando Andare nella Zona Cafetera
9. Cosa Vedere in Colombia
9. I Miei Programmi di Viaggio in Colombia
10. Scopri Chi sono
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1. Eje Cafetero: storia del caffè colombiano
Il caffè arabo (Coffea arabica) arrivò in Colombia nel 1730 attraverso missionari gesuiti di ritorno dalle Guyane. Gli esperimenti iniziali, condotti nei cortili dei conventi di Popayán e Santander, provarono che la pianta gradisce suoli acidi, altitudine tra 1 200 e 1 900 m e precipitazioni ben distribuite.
Fra i primi pionieri spicca Juan de Valdés: nel 1835 piantò 18 000 alberelli a Salamina (attuale dipartimento di Caldas) su un terreno di origine vulcanica. Il suo successo convinse altri “colonos” a sostituire mais e canna da zucchero con il “grano” — così i locali chiamano tuttora il chicco verde non tostato. Nasce qui il modello della minifundio cafetero: parcelle di 1–5 ettari che restano a gestione familiare e garantiscono raccolti scalari durante l’anno.
Fra 1885 e 1914 l’export di caffè passò da 170 a 600 mila sacchi annui (dati archivio Banco de la República). La crescita favorì strade mulattiere, poi la ferrovia La Quindiana (1914) che collegava Armenia al fiume Magdalena. In parallelo si formò la figura del campesino paisa: cappello di feltro bianco, poncho a righe grigie, machete sulla cintura. Il paisa non è pura icona; rappresenta valori concreti: lavoro all’alba, credito cooperativo, solidarietà in caso di grandinate.
Nel 1927 nacque la Federación Nacional de Cafeteros (FNC) che introdusse due cardini ancora validi:
Tasación de Calidades – Standard di selezione manuale che scarta chicchi troppo piccoli o con danni da broca (coleottero che perfora il seme).
Contribución Cafetera – Tassa di 6 cent/pound che finanzia scuole rurali, ricerca fitosanitaria e reti di raccolta.
Nel 2011 l’UNESCO ha dichiarato il Paesaggio Culturale del Caffè patrimonio mondiale, includendo 411 veredas (frazioni) distribuite nei dipartimenti di Caldas, Risaralda, Quindío e una fascia del Valle del Cauca. Il dossier di candidatura cita non solo il valore agronomico, ma anche la coesistenza di architettura bahareque (canne di guaduariempite di argilla) e strade in pietra di fiume che ancora collegano appezzamenti lontani dai tratti asfaltati.
Oggi la regione produce in media 2,8 milioni di sacchi da 60 kg grazie a varietà resistenti come Castillo e Cenicafé 1. Molte fincas hanno adottato ombreggio misto con alberi di inga, riducendo l’uso di sostanze chimiche e migliorando la ritenzione idrica dei suoli.
2. Zona Cafetera: cosa vedere e fare
Prima di muoverti – Le Jeep Willys (modelli CJ-2A e CJ-3B del 1946-52) restano il mezzo più affidabile sui pendii argillosi del Quindío.
Ogni vettura, detta yipeta, trasporta fino a dodici passeggeri – quattro interni, quattro sul paraurti posteriore, quattro in piedi sul predellino laterale. Se hai problemi di schiena richiedi il posto anteriore: l’ammortizzatore a balestra filtra meglio le buche dei tratturi in pietrisco.
Valle de Cocora
Il sentiero classico (12 km, 4 h) forma un anello: dal Ponte dei Colibrì risali il Río Quindío su passerelle sospese e raggiungi la Casa de los Colibríes, dove puoi osservare l’ermitaño verde – piccolo colibrì dal becco decurvo.
Poi sali a 2 400 m sull’altopiano di Estrella de Agua: il microclima di nebbia perpetua favorisce licheni fluorescenti che avvolgono la corteccia delle palme di cera.
Se desideri un itinerario più breve, chiedi al guardaparco il sendero mirador: 5 km A/R con vista panoramica sulle palme e sui picchi del Tolima. Nei weekend porta contanti: il pedaggio comunitario (15 000 COP) finanzia le passerelle in legno e la pattuglia antincendio volontaria.
Parque Nacional del Café
Dopo il percorso “De la semilla a la taza” prendi la teleferica panoramica (330 m di dislivello) che attraversa un boschetto di bambù guadua. In cima trovi il Sendero de los Sombreros, giardino didattico sulle piante d’ombra – inga, guamo, cedro rosso. Alle 11 e alle 15 lo spettacolo “Moros y Cristianos” alterna scene di coloni antioqueñi e ritmi di bambuco, danza binaria nata nelle Ande. Per i bambini: montagna russa “Yipao” con riproduzione delle Jeep cariche di sacchi di caffè.
Tour del caffè in finca
All’Hacienda Guayabal inizi con la raccolta selettiva “en rojo”: solo ciliegie tra 18 e 22 Brix. Dopo il lavaggio ascolti il rumore della despulpadora a manovella che separa buccia e seme.
La tostatura avviene su tamburo in ghisa a 195 °C per 11-13 min; il profilo viene raffreddato a 20 °C in 90 secondi con flusso d’aria forzata, per fissare gli aromi di panela.
Il cupping finale confronta quattro metodi: lavado classico, honey (mucillagine parziale), natural (essiccazione in ciliegia), anaerobico 72 h in barile d’acciaio. Il pranzo comprende trucha al ajillo – trota d’allevamento con salsa d’aglio e prezzemolo – e riso al coriandolo.
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3. Le principali città del Eje Cafetero
Armenia
La ricostruzione post-terremoto ha generato quartieri ariosi: nella Carrera 14 trovi caffetterie di specialità che usano estrazioni Chemex e Aeropress.
Il Parque de la Vida ospita un sentiero sopraelevato di 1 km tra alberi di guayacán amarillo che fioriscono a marzo.
Al Museo del Oro Quimbaya ammira pendagli a “rana sacra”, simbolo di fertilità nelle culture pre-ispaniche. Se hai mezza giornata, escursione al mirador Peñas Blancas: roccia calcarea con via ferrata leggera e vista sul canyon del Río Barragán.
Manizales
Manizales, fondata nel 1849 a 2 150 metri di altitudine, è disseminata su sette colli ripidi che ricordano San Francisco.
Salendo i 456 gradini interni della Cattedrale raggiungi la passerella panoramica in vetro: a nord compare il cono del vulcano Nevado del Ruiz (5 321 m).
Ogni gennaio la città ospita la Feria de Manizales: corse di cavalli paso fino, gare di toreo a la portuguesa senza uccisione del toro e sfilata di carri floreali.
Dopo un trekking al Parco Los Nevados rilassati alle terme di Santa Rosa: due cascate naturali alimentano piscine tra 36 e 39 °C, ricche di zolfo e silice, utili per reidratare la pelle.
Pereira
Cuore pulsante dell’Eje Cafetero, Pereira fu fondata nel 1863 e a 1 411 metri ospita circa 480 000 abitanti.
La sera la Avenida Circunvalar si anima di bar che servono canelazo frío, long drink di aguardiente, succo di lime e cannella. Percorri il Viaducto César Gaviria (704 m): al centro un balcone in vetro permette foto della valle del Río Otún.
A 45 min di bus trovi il Santuario Otún-Quimbaya: sentiero di 4 km tra querce encenillo e felci arborescenti; alle 6:30 il guardaparco organizza avvistamenti del gallo delle rocce andino (Rupicola peruvianus), arancio brillante, che esegue display nuziali su rami muschiati. Se ami le terme, prosegui fino al balneario San Vicente: acqua ipertermale a 40 °C con vasche di fango ricco di ferro.
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4. Gastronomia
La cucina dell’Eje Cafetero è nata per sostenere braccianti che lavorano otto ore in pendenza, sotto pioggia fine e a 1 600 m di quota.
Ecco quattro preparazioni che incontrerai con più frequenza: tutte si servono accanto a una tazza di arabica filtrata – rigorosamente senza zucchero per apprezzarne le note di cacao e panela.
5. Festival e Eventi culturali
La vita sociale dell’Eje Cafetero ruota attorno ai cicli del raccolto e alla memoria colonizzatrice antioqueña; i festival ne portano alla luce la stratificazione storica.
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6. Le Jeep Willy
Quando atterri a Matecaña o intravedi una collina di Caldas, il primo segno di essere davvero nell’Eje Cafetero non è una pianta di arabica ma il ruggito grave di un motore Go-Devil 2,2 L.
Le Jeep Willys arrivarono nel 1946 come surplus bellico: la Colombia comprò un lotto di fuoristrada destinati alle truppe statunitensi in Europa e li distribuì lungo le dorsali andine dove i muli faticavano a salire con i sacchi di pergamino.
I contadini scoprirono presto che quel veicolo pesante, con ridotte e trazione integrale, poteva arrampicarsi su pendenze del 45 % senza surriscaldare i freni. Nacque così la figura del yipero, un autista meccanico che carica concimi all’alba, scola i tamburi dell’acqua piovana nel pomeriggio e la sera fa da taxi collettivo verso la chiva che scende in città.
Ogni villaggio possiede la propria flotta, spesso una dozzina di mezzi dagli stessi numeri di telaio originali.
Il tempo ha cucito su ogni Jeep un’identità: pannelli di legno dipinti a motivi floreali, bandierine, specchietti cromati recuperati da autobus dismessi e, sul paraurti posteriore, la scritta verniciata a mano “Cuidao se voltea” – un avviso più che un motto, perché sulle curve cieche la possibilità di ribaltarsi è reale.
A Filandia e Buenavista le donne appendono sul roll-bar i fiori di heliconia che raccolgono all’alba, convinte che il rosso protegga il motore dagli “spiriti del monte”.
Una volta l’anno, a settembre, gli stessi mezzi scendono a Armenia per il Desfile de Yipao. Il corteo non è solo folclore: si gareggia per stabilire chi porta di più e chi guida meglio.
Nella categoria agrícola si caricano fino a 1 800 kg di sacchi di caffè, stuoie di guadua e casse di pollame; nel trasteo (trasloco) si aggiungono letti, armadi e gabbie di canarini che cinguettano sopra l’altoparlante; nel piques i piloti impennano per dieci, dodici metri; nella classe libre vale l’estro: una Willys appare come un giardino pensile, un’altra trasporta il gruppo di mariachis al completo.
Quando il corteo termina, le Jeep tornano sulle mulattiere. Al tramonto un giovane yipero solleva il cofano, controlla l’olio, stringe il bullone del differenziale; la macchina è vecchia ma, se le dai benzina super e rispetto, non ti lascia a piedi.
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7. Come Arrivare nell’Eje Cafetero
Il modo più rapido è l’aereo: dallo scalo di Bogotá decolli e dopo cinquanta minuti vedi la pista dell’Aeroporto Matecaña spuntare fra piantagioni di platano.
Se preferisci il ritmo di un viaggio terrestre, l’autobus è la scelta più narrativa. La corriera Flota Occidental parte dal Terminal Salitre di Bogotá all’alba: la prima ora scendi verso la valle del Magdalena, poi sali zigzagando tra falesie di laterite; sulle curve strette il conducente rallenta per dare strada ai contadini che spingono asini carichi di sacchi.
Sette ore dopo, Armenia appare dietro un tornante come un mosaico bianco e arancio.
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Chi guida un’auto a noleggio imbocca la Autopista del Café: 256 km che agganciano le tre capitali dipartimentali con gallerie di roccia viva e viadotti sospesi su burroni coperti di bambù.
Quattro pedaggi, corsia ben asfaltata ma occhio alla pioggia improvvisa: l’asfalto lucido a ventidue gradi diventa pista di sapone, meglio montare pneumatici all-season.
A ogni municipio una stazione di servizio vende benzina extra e tortillas di mais caldo; qui ci si ferma per sgranchirsi, comprare panela morbida e ascoltare i camionisti che raccontano corse notturne tra rilievi avvolti nella nebbia.
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8. Quando andare nell’Eje Cafetero
Il caffè non conosce inverno, soltanto alternanza di piogge.
Tra aprile e maggio la prima stagione umida gonfia i ríos e fa esplodere le infiorescenze di guayacán amarillo; i sentieri diventano ruscelli ma l’odore di terra lavata è potente.
In ottobre e novembre arriva la seconda ondata di nuvole basse: 250 mm di pioggia al mese, perfetti se cerchi foto di palme di cera avvolte da brume lattiginose.
I mesi più asciutti sono due blocchi: dicembre-marzo e luglio-agosto. Le mattine sono limpide, il termometro oscilla sui 19 °C, le strade sterrate si compattano e le Jeep salterellano senza impantanarsi. È il momento ideale per percorrere a piedi la linea dei 2 000 m, quando le orchidee si aprono e i colibrì smeraldo pattugliano i cespugli di verbena.
👉 Se vuoi sapere di più sul clima e su quando andare in altre zone della Colombia, ti consiglio di leggere il mio post Quando andare in Colombia: tutto quello che devi sapere, dove troverai tantissime informazioni utili per il tuo viaggio in questo splendido Paese!
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9. Cosa Vedere in Colombia
Hai trovato affascinante la Zona Cafetera? Allora devi scoprire tutte le altre meraviglie della Colombia.
Nel mio post “Cosa vedere in Colombia”, ti porterò in un viaggio attraverso 25 destinazioni incredibili, dalle vibranti strade di Bogotá alle spiagge paradisiache di Barú.
Esplora la maestosità della Piedra Penol e Guatapé, perditi nella tranquillità di Barichara, e vivi l’avventura nel Parco Nazionale Tayrona. Visita la storica Villa de Leyva, il mistero di San Agustín e la ricchezza culturale di Popayán.
Non dimenticare di scoprire le meraviglie delle Isole del Rosario., il fascino di Cartagena, e la straordinaria biodiversità di Caño Cristales. Ogni angolo della Colombia offre un’esperienza unica. Parti per questo viaggio indimenticabile!
👉 Leggi il mio post su “Cosa vedere in Colombia per scoprire tutti i dettagli!
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10. I Miei Programmi di viaggio in Colombia
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11. Scopri Chi Sono
Mi chiamo Roberto Furlani e lavoro con passione nel Turismo da oltre 32 anni, di cui 15 passati a dirigere l’Ufficio Turismo del WWF Italia (Fondo Mondiale per la Natura) e 12 come Tesoriere di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).
Grazie anche a questa ricca esperienza sono oggi Responsabile Prodotto e Tour operator per Evolution Travel (il Network che conta più di 600 consulenti di viaggio on line), per cui ho creato più di 120 programmi di viaggio, con cui potrai scoprire il Centro-Sud America!
Troverai tutta la mia storia nel “chi sono”; aggiungo solo che per 22 anni sono stato giornalista pubblicista delle pagine scientifiche del Corriere della Sera.
E’ stato così per me estremamente naturale dare vita al Travel Blog Viaggio Centro Sud America in cui ti trovi e creare più di 900 post e video che, spero, ti aiuteranno a conoscere e amare intensamente come me questa Regione del nostro Pianeta.
👉 Chi sono e che cosa posso fare per te >>>
👉 Leggi le recensioni su Evolution Travel su Trust Pilot (risultiamo la migliore agenzia /tour operator che opera in Italia)
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Scopri la Colombia con il mio Blog
Se ti piaciuto il mio post, ti invito a scoprire la Colombia attraverso il mio blog Viaggio in Centro-SudAmerica .
Qui troverai molte informazioni che spero ti possano essere utili per preparare e arricchire il tuo programma di viaggio in Colombia e la tua conoscenza, più in generale, dell’America latina.
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