La Colombia possiede più di 3 000 km di coste, ma a sentir parlare i cataloghi sembrerebbe che qui sul Caribe esista soltanto Playa Blanca.
Immagini di sabbia candida e acqua turchese scorrono su Instagram; la realtà, però, spesso odora di motori a due tempi e fritanga riciclata.
Se stai progettando un Viaggio in Colombia troverai fra poco opzioni ben più tranquille – e sostenibili – a un’ora scarsa da Cartagena de Indias.
Quella che segue non è la solita brochure, ma un post schietto: prima ti spiego perché potresti saltare Playa Blanca, poi ti porto su isole e posti dove il mare è cristallino e le criticità di Playa Blanca non ci sono.
Sono Roberto Furlani, esperto di Centro-Sud America e della Colombia (per cui, come tour operator, ho creato più di 15 programmi di viaggio) e ho oltre 32 anni di attività professionale nel Turismo.
Questo, in cui ti trovi, è il mio Blog ” Viaggio-CentroSudAmerica“, in cui racconto in più di 1050 post le straordinarie bellezze della Colombia e dell’America latina (alla fine di questo post potrai conoscere meglio chi sono 😊
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Perché evitare Playa Blanca
Prima di raccontarti dove trovare il vero blu caraibico, vale la pena spiegare perché la spiaggia più pubblicizzata di Cartagena può rischiare di rovinarti la giornata.
L’obiettivo non è demonizzare il luogo in sé – la sabbia resta candida e il mare, al mattino presto, sa ancora di tropici – ma farti capire in che cosa si è trasformato un angolo che fino a dieci anni fa era un piccolo paradiso.
Affollamento tutto l’anno
Il transito di lance veloci e pullman gran turismo è costante; nei fine settimana la lingua di sabbia si riempie all’inverosimile.
Chi arriva verso le dieci trova già file di lettini allineati centimetro contro centimetro e finisce per stendere l’asciugamano a ridosso dei chioschi, fra odore di olio di frittura e casse Bluetooth che sparano reggaeton. La sensazione di fuga tropicale evapora in fretta.
Qualità dell’acqua
Le correnti che risalgono da Cartagena convogliano rifiuti plastici, bottiglie di vetro e residui organici: le cooperative di pulizia denunciano oltre cinque tonnellate di spazzatura estratte solo nei mesi di alta stagione. Quando soffia il vento di nord-est l’acqua diventa lattiginosa, la visibilità si riduce e non è raro imbattersi in meduse.
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Inquinamento acustico e venditori
La colonna sonora è un mix di motoscafi in accelerazione, altoparlanti dei beach-bar e richiami degli ambulanti. Massaggiatrici, venditori di ostriche, di cocadas, di braccialetti: ogni servizio è offerto con insistenza. Se speri di addormentarti al suono delle onde, qui farai fatica.
Trasporto e sicurezza
Il tragitto in barca dura tre quarti d’ora ma le corse sono sovraffollate, i giubbotti di salvataggio spesso insufficienti; l’alternativa via terra prevede bus pubblico fino a Pasacaballos e un mototaxi che sfreccia su sterrato polveroso.
Una volta arrivato devi pagare ticket d’ingresso, lettino, ombrellone: i prezzi non sono fissi e la contrattazione, se non conosci la cifra corretta, può trasformarsi in piccola truffa.
Alternative migliori a Playa Blanca
Ciò che rende speciale la costa caraibica è la varietà: basta spostarsi di qualche miglio per ritrovare mare pulito, quiete e comunità che ancora vivono di pesca e di artigianato. Qui sotto ti mostro dove puoi sorprendere te stesso.
Isla Grande, cuore “slow” delle isole del Rosario
Immagina sentieri di sabbia che attraversano una foresta di mandorli marittimi, nessuna auto e calette di acqua trasparente. Con una maschera puoi esplorare il Remanso de los Corales fra pesci pappagallo e cervo di mare, mentre al tramonto le mangrovie si tingono d’arancio e i pellicani si tuffano in picchiata.
Isla Tierra Bomba, la spiaggia con vista skyline
In dieci minuti di lancia lasci alle spalle le mura coloniali e ti ritrovi su un litorale sorprendentemente tranquillo. I beach-club sono eleganti ma costosi: meglio fermarsi nelle posade familiari del villaggio di Punta Arena, ordinare un ceviche di robalo e ascoltare il canto dei pescatori che rammendano le reti.
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Playa El Castillo, il surf-shuttle dei locali
Dalla stazione La Bodeguita parte un bus di linea che ti deposita quasi sulla battigia. Lì le palme offrono ombra naturale, le onde si alzano morbide e i maestri di kitesurf noleggiano tavole e paddle. Le casse? Spente; il rumore è quello del vento.
La Boquilla, la Cartagena afro-discendente
A nord della città un antico villaggio di pescatori sopravvive fra palafitte e mangrovie. Le canoe scivolano su canali stretti dove aironi e granchi violinisti fanno da comparse. Il tour si conclude su una spiaggia ampia in cui il tempo sembra sospeso: un volto autentico, narrato anche da García Márquez in L’amore ai tempi del colera.
Galerazamba, il sale rosa e l’ospitalità dei Caraibi interni
Superata Barranquilla la costa si trasforma in saline; l’acqua, in certe stagioni, assume sfumature rosa pastello. Il piccolo museo del sale racconta tre secoli di estrazione, mentre nei cortili privati le signore friggon
o sierra e yucca da servire con limone e ají: ti siedi al tavolo come un vecchio amico, non come un turista.
Isla Múcura, cartolina senza ressa
Da Cartagena servono due ore di lancia veloce, da Tolú appena sessanta minuti. Arrivi e capisci che ne valeva la pena: acqua turchese, spiagge di talco, laguna di plankton bioluminescente e chiringuitos che grigliano aragosta a prezzi accessibili. Al tramonto, la carezza del vento profuma di alghe e libertà.
Consigli pratici per preparare il viaggio
Prima di partire per questi angoli ancora poco battuti è bene organizzarsi.
Crema solare minerale ad alta protezione è indispensabile perché il riverbero della sabbia amplifica i raggi; un cappello a tesa larga e occhiali certificati proteggono durante le ore di punta.
Il caldo umido sfiora i trentadue gradi con punte dell’ottanta per cento di umidità: porta una borraccia filtrante, bevi non meno di tre litri al giorno e limita gli alcolici fino al calar del sole.
Le infrastrutture sono basiche: generatori erogano corrente solo tra le sei di sera e le undici, le docce spesso funzionano a secchio, i bancomat non esistono. Metti in valigia power-bank caricati e contanti in piccole banconote. Conserva documenti e telefono in sacche impermeabili quando sali in barca.
Il rispetto arriva prima dello scatto: chiedi permesso prima di puntare l’obiettivo su pescatori o bambini, paga il giusto per un cestino di frutta o un’amaca in affitto e ricorda che contrattare fino all’ultimo peso significa impoverire chi vive di micro-turismo.
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Periodo migliore per visitare
Il Caribe colombiano regala due parentesi asciutte – dicembre-aprile e luglio-settembre – quando l’aliseo spazza le nuvole e il mare si placa.
La luce è nitida, il plancton si ritira e la visibilità sott’acqua supera i venti metri.
Evita le settimane natalizie, la Semana Santa e i ponti di agosto: i prezzi degli hotel salgono del quaranta per cento e i moli di imbarco brulicano di vacanzieri.
Fra ottobre e inizio dicembre il mare a volte si increspa, ma le spiagge tornano semivuote e i pescatori hanno tempo di raccontarti storie che non troverai su nessuna guida.
Come arrivare alle alternative a Playa Blanca
È proprio la strada, o meglio il mare, a fare la differenza. Dal molo de La Bodeguita di Cartagena partono ogni mattina, verso le otto, lance veloci dirette alle isole del Rosario: in quaranta minuti raggiungi Isla Grande, il biglietto di andata e ritorno costa in media 110 000 COP e include la tassa portuaria. Se preferisci restare vicino alla città scegli Isla Tierra Bomba: bastano dieci minuti di barca dal quartiere di Bocagrande, paghi 25 000 COP e ti ritrovi in un mondo con meno cemento e più conchiglie.
Per Playa El Castillo si fa rotta sulla terraferma: dal terminal La Bodeguita un bus intermunicipale ti porta in cinquanta minuti a Arroyo de Piedra; da lì sono dieci passi fra le mangrovie e la spiaggia. Il biglietto sfiora i 8 000 COP, metà di quanto spenderesti per un taxi urbano.
La Boquilla è ancora più semplice: taxi o mototaxi dall’antica muralla in un quarto d’ora e con 20 000 COP sei già a contrattare una gita in canoa fra i tunnel di mangrovia.
A nord, verso Barranquilla, ecco Galerazamba: i bus diretti a Santa Veronica partono dal Mercado de Bazurto; con 18 000 COP e un’ora abbondante di viaggio tocchi la fermata delle saline rosa.
Per Isla Múcura invece devi alzarti presto: alle otto la lancia collettiva dal molo La Bodeguita scivola via in due ore (190 000 COP A/R), mentre da Tolú il tragitto dura la metà e costa 100 000 COP.
In alta stagione i posti vanno sold-out una settimana prima, conviene sempre prenotare online o tramite la posada dove dormirai.
Consigli aggiuntivi per un viaggio autentico
Metti da parte la timidezza e scambia due chiacchiere con chi abita queste coste: un pescatore che rammenda le reti a La Boquilla ti rivelerà la laguna migliore per vedere i lamantini.
Una cuoca di Galerazamba ti spiegherà che la “sierra frita” si gusta con manioca e limone, non con il riso.
Ogni isola ha il suo sapore: a Isla Grande prova il sudado de pescado cotto nel latte di cocco, a Tierra Bomba ordina un mote de queso di tradizione montemariana, a El Castillo rinfrescati con un vaso de corozo, succo rosso rubino di palma selvatica.
Scegliendo guest-house gestite da famiglie locali o guide accreditate dalla comunità lasci il denaro nel territorio e non nelle tasche dei grandi resort.
Ricorda però di proteggere questi micro-ecosistemi: porta a riva il tuo rifiuto, usa creme solari minerali e non prelevare conchiglie o coralli, perché ogni granello sottratto oggi è un pezzo di barriera in meno domani.
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Dove alloggiare nelle varie isole
A Isla Grande puoi oscillare fra l’amaca economica di Casa Lola, a pochi passi dal Remanso de los Corales, le camere essenziali ma ventilate di Eco-Hotel Las Palmeras – un buon compromesso di prezzo medio – e le suite vista laguna del Coralina Island, boutique in legno e palapa che serve colazioni con pane di yucca appena sfornato.
Sull’orizzonte di Tierra Bomba spiccano le cupole bianche del Blue Apple Beach House, perfetto per chi cerca design e cucina creativa; più spartano ma accogliente il Bongo Beach, dove si dorme in cabanas su palafitte; per i budget ridotti invece il campamento di Doña Dora offre camerate di legno e un sorriso autentico.
Se punti a El Castillo trovi l’Hostal La Frontera con camere ventilate e patio di sabbia, il Surf Camp El Shaddai che affitta tavole e corsi inclusi e, per un tocco romantico, il Castillomar Boutique con tre stanze fronte onda e cene a base di langostinos alla brace.
A La Boquilla la famiglia Torres affitta quattro stanze semplici ma pulite nella loro Casa AfroMar, mentre Hotel Las Islas by Decameron coccola chi vuole piscina e bar panoramico; via di mezzo il comunitario La Canoa, palafitta su pilotis amministrata da una cooperativa di donne.
Chi sogna l’atollo di Múcura può scegliere le tende glamping di Dahlandia, le camere mid-range con ventilatore di Punta Faro Posada oppure concedersi il lusso barefoot-chic del Múcura Club, bungalow con tetto di palma e cena a lume di stelle. Prenota con anticipo: sull’isola i posti letto sono meno di duecento.
Sicurezza tra Cartagena e le isole
Il centro storico di Cartagena vive di turismo, quindi borseggi e truffe ai danni dei distratti non mancano: mantieni il portafoglio in tasche interne e concorda sempre il prezzo di un tour prima di salire in lancia.
Sulle isole l’energia elettrica va e viene, perciò non lasciare dispositivi in carica incustoditi; di notte chiudi la zanzariera anche per tenere lontani eventuali gechi curiosi.
Sottoscrivi un’assicurazione che copra spese mediche e annullamento: un’otite da snorkeling o una barca cancellata per mare mosso possono pesare sul budget.
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Budget: quanto serve davvero
Dormire in dormitorio a Isla Grande costa dai 60 000 COP, una camera doppia decorosa intorno ai 180 000 COP, un boutique oltre i 500 000 COP. I piatti di pesce variano da 25 000 COP nei chiringuitos popolari a 80 000 COP nei ristoranti gourmet. Il biglietto del bus cittadino è fermo a 2 800 COP, la corsa breve in taxi parte da 10 000 COP se prenoti via app.
Risparmiare è possibile: pranza dove mangia il personale dei lodge, porta borraccia e frutta comprata al Mercado de Bazurto e muoviti con i collettivi navetta invece che con i taxi privati.
Così, con quaranta euro al giorno, puoi vivere il mare dei caraibi colombiani senza rinunciare alle piccole comodità.
Quando vorrai qualcosa in più – un corso di freediving, un massaggio sulla spiaggia, una cena di aragosta – saprai di avere margine.
In Viaggio nel Caribe e in Colombia con Roberto Furlani
Se desideri un Viaggio in Colombia e nel Caribe su misura, non esitare a scrivermi e raccontarmi che tipo di esperienza hai in mente. Insieme possiamo comporre un viaggio che abbracci le bellezze più iconiche di questa terra, senza dimenticare i dettagli pratici e la sicurezza.
Sono Roberto Furlani, esperto di Centro-Sud America e della Colomba (per cui, come tour operator, ho creato più di 15 programmi di viaggio) e ho oltre 32 anni di attività professionale nel Turismo.
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Scopri chi sono
Mi chiamo Roberto Furlani e lavoro con passione nel Turismo da oltre 32 anni, di cui 15 passati a dirigere l’Ufficio Turismo del WWF Italia (Fondo Mondiale per la Natura) e 12 come Tesoriere di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).
Grazie anche a questa ricca esperienza sono oggi Responsabile Prodotto e Tour operator per Evolution Travel (il Network che conta più di 600 consulenti di viaggio on line), per cui ho creato più di 120 programmi di viaggio, con cui potrai scoprire il Centro-Sud America!
Troverai tutta la mia storia nel “chi sono”; aggiungo solo che per 22 anni sono stato giornalista pubblicista delle pagine scientifiche del Corriere della Sera.
E’ stato così per me estremamente naturale dare vita al Travel Blog Viaggio Centro Sud America in cui ti trovi e creare più di 900 post e video che, spero, ti aiuteranno a conoscere e amare intensamente come me questa Regione del nostro Pianeta.
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