Se hai in programma un Viaggio in Bolivia e stai cercando un’esperienza fuori dall’ordinario, la Bolivia ti offre la famosa Yungas Road, spesso soprannominata la “Strada della Morte” o “Carretera de la Muerte”.
A rendere questo tragitto così conosciuto è la sua fama di via più pericolosa del pianeta, ma anche l’innegabile fascino dei panorami che attraversa, dalle alture andine alle valli umide dei Yungas.
Ti accompagnerò in questo post alla scoperta della Youngas Road.
Sono Roberto Furlani, esperto di Centro-Sud America e della Bolivia (per cui, come tour operator, ho creato negli anni 24 programmi di viaggio); ho oltre 32 anni di attività professionale nel Turismo.
Questo, in cui ti trovi, è il mio Blog ” Viaggio-CentroSudAmerica“, in cui racconto in più di 950 post le straordinarie bellezze della Bolivia e dell’America latina; alla fine di questo post potrai conoscere meglio chi sono 😊
Storia della Yungas Road
Per capire cosa rende la Yungas Road così particolare, bisogna fare un piccolo tuffo nel passato, fino ai tempi della Guerra del Chaco (1932-1935), che contrappose Bolivia e Paraguay.
Durante il conflitto, la nazione boliviana si rese conto della necessità di collegare la capitale La Paz alle aree più basse e fertili dei Yungas.
La strada fu realizzata anche grazie al lavoro di prigionieri di guerra paraguaiani, costretti a operare in condizioni durissime su pendenze impossibili e su terreni instabili. Da quel momento, la costruzione rimase in uso quasi invariata per decenni.
In pratica, la difficoltà dei cantieri, la presenza di strapiombi e la pioggia costante hanno segnato il destino di questa via, che per molti anni è stata l’unico collegamento tra l’altopiano e le valli subtropicali.
Ancora oggi, l’origine storica e il sacrificio di chi vi lavorò contribuiscono a darle un’aura di sfida e, per certi versi, di rispetto quasi sacro.
Percorribilità e condizioni della strada
La Yungas Road si estende per circa 80 chilometri, partendo da quote oltre i 4.600 metri (nei pressi del passo La Cumbre) per scendere verso i 1.200 metri, avvicinandosi alle zone più calde e umide della regione.
Non tutta la carreggiata è uguale: in alcuni tratti puoi trovare asfalto, mentre in altri il fondo è ancora sterrato.
A rendere il tutto più complesso, c’è il fatto che la strada è molto stretta: in certi punti a malapena due veicoli possono passare uno accanto all’altro, senza contare l’assenza di protezioni solide. In alcune parti, però, sono state installate barriere protettive, anche se non sempre ispirano piena fiducia.
I pericoli naturali non mancano, perché la zona è famosa per la pioggia frequente, la nebbia fitta, le possibili frane e i distacchi di roccia che possono verificarsi quando il terreno è appesantito dall’acqua.
Circolano ancora camion e autobus, anche se in misura minore di un tempo, il che aggiunge ulteriore brivido a chi decide di avventurarsi su questa rotta.
Se stai pensando di guidare in autonomia, tieni presente che ogni curva nasconde possibili insidie, e la visibilità può ridursi a pochi metri nei momenti peggiori.
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Perché è chiamata “La strada della morte”?
Il soprannome “Strada della Morte” non è frutto di esagerazioni giornalistiche: i dati sugli incidenti mortali che si sono verificati nel corso degli anni sono concreti.
Un micidiale cocktail di stretta strada sterrata, ripidissimi pendii, orridi precipizi, tempo piovoso, visibilità limitata, guidatori stanchi o ubriachi, caduta di massi e mancanza di guardrail ha portato ad avere ogni anno dai 200 ai 300 morti. Il 1994 segnò il triste record di due automobili al mese immolate su questa strada. Uno dei più tragici incidenti stradali della Bolivia avvenne il 24 luglio 1983, quando un autobus sovraffollato precipitò a valle uccidendo più di una ottantina di passeggeri.
Viaggiando lungo questa via, potresti notare numerose croci commemorative che segnalano i luoghi in cui mezzi pesanti o veicoli di passaggio sono precipitati, spesso con conseguenze tragiche.
Questi segni tangibili della sua pericolosità ti colpiscono fin dal primo incontro, ricordandoti che, sebbene l’apertura della strada nuova abbia spostato la maggior parte del traffico, il rischio esiste ancora.
Difficile rimanere indifferenti quando ti trovi di fronte a un panorama straordinario e, allo stesso tempo, osservi quelle piccole lapidi che riportano alla memoria incidenti passati.
La Nuova Carretera
Il percorso della “Carretera de la Muerte” è costellato da croci o altari che ricordano solo una parte di chi ha avuto il proprio destino mortalmente segnato da questo percorso.
Dopo 20 anni di duro lavoro e di drastici interventi, nel 2009 è stata inaugurata una nuova strada per Coroico, asfaltata, a doppia corsia e dotata di sistemi di drenaggio dell’acqua e di guardrail. In questo modo gli automobilisti possono ora viaggiare da La Paz un Coroico senza temere che il viaggio possa essere l’ultimo.
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La Yungas Road oggi: turismo e alternative
Oggi, la Yungas Road è diventata una meta ambita dai viaggiatori più temerari. In particolare, chi ama il ciclismo e il downhill la considera un vero rito di passaggio.
Numerose agenzie a La Paz propongono tour guidati: si parte all’alba, si viene accompagnati in quota, si ricevono le attrezzature di sicurezza e poi via, in una discesa mozzafiato di ore, tra tratti asfaltati e altri sterrati, tra curve a gomito e panorami che includono valli verdi e cascate improvvise.
Il fatto che gran parte del traffico pesante sia stato dirottato su una strada nuova e più sicura ha permesso alla vecchia Yungas Road di trasformarsi in un’attrazione turistica, con flussi di ciclisti e curiosi da ogni parte del mondo.
Questo, ovviamente, non significa che non ci siano più pericoli.
Molte delle insidie naturali restano, e la prudenza non deve mai mancare, soprattutto se ti capita di incrociare dei mezzi o se il meteo peggiora all’improvviso.
Nonostante ciò, il miglioramento della segnaletica e la presenza di guide specializzate hanno reso l’esperienza più gestibile per chiunque abbia un po’ di confidenza con la bicicletta e un minimo di allenamento.
Consigli per visitare la Yungas Road
Se stai pensando di includere la Yungas Road nel tuo itinerario, una prima raccomandazione è di scegliere il periodo migliore.
La stagione secca, che in genere va da maggio a ottobre, offre condizioni di visibilità nettamente più favorevoli, riducendo la possibilità di piogge e frane. Durante la stagione delle piogge, invece, occorre fare i conti con terreni scivolosi e una nebbia molto fitta, che rendono la discesa in bici decisamente più impegnativa.
👉 Leggi il mio post Quando Andare in Bolivia >>
Prima di affidarti a una delle agenzie che organizzano il tour, informati a dovere.
Verifica la qualità dell’equipaggiamento che mettono a disposizione, in particolare lo stato delle biciclette e dei caschi.
Assicurati che venga fornito un kit di primo soccorso adeguato e che la guida abbia esperienza sulla strada e sappia come gestire eventuali situazioni di emergenza.
Un altro suggerimento, se sei sensibile all’altitudine, è prenderti qualche giorno a La Paz per acclimatarti, visto che il percorso inizia a quota piuttosto elevata. A livello di abbigliamento, l’ideale è vestirsi a strati, tenendo conto che si parte con temperature rigide ma si arriva in zone subtropicali più calde.
👉 Leggi il mio post Altitudine in Bolivia >>
Se preferisci un approccio più tranquillo, puoi sempre decidere di fare una parte del tragitto in auto con un autista locale, o addirittura limitarti a visitare i punti panoramici più famosi.
Qualunque sia la tua scelta, è un’esperienza che regala uno sguardo un po’ diverso sulla Bolivia: da un lato scorci mozzafiato, dall’altro la consapevolezza di attraversare una strada che, col suo fascino e la sua pericolosità, ha scritto pagine di storia in questo Paese.
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Cosa vedere in Bolivia
Sei curioso di esplorare la Bolivia e non sai da dove iniziare? Nel mio articolo “Cosa vedere in Bolivia” ho raccolto 18 destinazioni che, secondo me, meritano davvero la tua attenzione. Innanzitutto, La Paz ti colpirà con i suoi contrasti: camminando per Plaza Murillo e curiosando nel pittoresco Mercato delle Streghe, senti subito l’energia di questa capitale d’alta quota.
Da La Paz puoi spostarti verso il Salar de Uyuni, un’immensa distesa di sale dove il bianco del suolo si fonde all’azzurro del cielo in riflessi fuori dal comune.
Se preferisci avventure più legate all’ambiente montano, il Parco Nazionale Sajama ti offre vulcani imponenti e momenti di relax nelle sorgenti termali.
Trovi poi Sucre, la cosiddetta “città bianca” della Bolivia, dove gli edifici coloniali e le strade acciottolate raccontano storie di altri tempi.
Approfitta della domenica per fare un salto al mercato di Tarabuco, e lasciati tentare dai tessuti tradizionali e dalla vitalità locale.
Spostandoti verso Potosí,, ti ritrovi in una delle città situate a maggior altitudine al mondo, caratterizzata dal Cerro Rico, la montagna argentifera che ha scritto un capitolo essenziale della storia coloniale.
Il Titicaca è il lago navigabile già alto del mondo; siamo a 3800 metri di altezza.
Se cerchi pace e tranquillità, dei passare almeno una notte sull’isola del Sol; all’andata o al ritorno fermati anche all’isola della Luna.
Per un bagno di folla, soprattutto se avrai la fortuna di assistere al battesimo di un auto appena acquistata, devi sostare a Copacabana, da cui si parte per le due isole, merita più che una semplice visita.
Il Carnevale di Oruro è probabilmente la manifestazione popolare più grande e più famosa della Bolivia, in grado di attrarre, ogni anno, circa 400 mila persone,
Non puoi perdere una visita al Tour delle Missioni, un’esperienza unica che ti porterà a scoprire l’eredità gesuitica del paese: insediamenti costruiti dai Gesuiti tra la fine del secolo XVII e la metà del XVIII, per diffondere il Vangelo e instaurare rapporti civili, collaborativi e proficui con gli indigeni.
Il tour termina a Santa Cruz della Sierra.
Ogni località citata nel mio post offre un’esperienza unica e indimenticabile. Che tu abbia dieci, quattordici o venti giorni a disposizione, la Bolivia saprà sorprenderti con le sue bellezze!
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La mia esperienza al tuo servizio
Per visitare La Paz e la Bolivia puoi fare affidamento su di me: sono Roberto Furlani, esperto della Bolivia e dell’America latina, che ho ideato e realizzato il blog Viaggio-CentroSudAmerica.com, in cui ti trovi.
Grazie a più di 32 anni di attività nel Turismo e a oltre 120 programmi di viaggio in America latina (vedi oltre), di cui oltre 24 per la Bolivia, posso costruire itinerari personalizzati e sicuri per vivere appieno tutte le destinazioni del Paese.
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Ecco alcuni itinerari di viaggio che ti propongo:
👉 Tour nella foresta amazzonica >>
👉 Tour delle Missioni >>
👉 Tour al Salar di 3-4-5 giorni >>
👉 Viaggio Bolivia 6 giorni >>
👉 Viaggio Bolivia di gruppo di 8-10 giorni >>
👉 Viaggio Bolivia 14 giorni >>
👉 Viaggio 14 giorni Pacifico-Arequipa-Colca-Titicaca >>
👉 Tour Perù-Bolivia >>
👉 Tour Bolivia Cile >>
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NOTA BENE
👍 I programmi pubblicati sono solo una parte di quelli che posso proporti. Chiedimeli 😉
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Scopri chi sono
Mi chiamo Roberto Furlani e lavoro con passione nel Turismo da oltre 32 anni, di cui 15 passati a dirigere l’Ufficio Turismo del WWF Italia (Fondo Mondiale per la Natura) e 12 come Tesoriere di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).
Grazie anche a questa ricca esperienza sono oggi Responsabile Prodotto e Tour operator per Evolution Travel (il Network che conta più di 600 consulenti di viaggio on line), per cui ho creato più di 120 programmi di viaggio, con cui potrai scoprire il Centro-Sud America!
Troverai tutta la mia storia nel “chi sono”; aggiungo solo che per 22 anni sono stato giornalista pubblicista delle pagine scientifiche del Corriere della Sera.
E’ stato così per me estremamente naturale dare vita al Travel Blog Viaggio Centro Sud America in cui ti trovi e creare più di 900 post e video che, spero, ti aiuteranno a conoscere e amare intensamente come me questa Regione del nostro Pianeta.
👉 Chi sono e che cosa posso fare per te >>>
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