Se hai in mente un Viaggio in Ecuador e ti attira l’idea di addentrarti in una Foresta amazzonica tra le più biodiverse al mondo, allora il Parco nazionale Yasuni non può mancare nella tua lista.
Parliamo di un parco che racchiude un patrimonio naturale unico, dove la ricchezza di specie animali e vegetali va oltre l’immaginazione e dove le comunità indigene vivono in armonia con un ecosistema straordinariamente complesso.
Preparati a scoprire un luogo in cui la biodiversità non è un semplice concetto astratto, ma un elemento vivo e palpabile, in grado di stravolgerti la percezione del mondo naturale.
Ti accompagnerò in questo post alla scoperta del Yasuni National Park.
Sono Roberto Furlani, esperto di Centro-Sud America e dell’Ecuador (per cui, come tour operator, ho creato negli anni 22 programmi di viaggio); ho oltre 32 anni di attività professionale nel Turismo.
Questo, in cui ti trovi, è il mio Blog ” Viaggio-CentroSudAmerica“, in cui racconto in più di 1050 post le straordinarie bellezze dell’Ecuador e dell’America latina.
Alla fine di questo post potrai conoscere meglio chi sono 😊
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Biodiversità nel Parco nazionale Yasuni
Nel cuore dell’Ecuador esiste un’area ricca di tantissime forme viventi: il Parco nazionale Yasuni. .
Alcuni ricercatori sostengono che, tra alberi, arbusti, mammiferi, insetti e uccelli, il Yasuni custodisca migliaia di specie, a volte in numeri che si avvicinano a quelli dell’intero bacino amazzonico.
Se guardiamo poi al “peso” globale di questa ricchezza, alcuni studi suggeriscono che l’Amazzonia nel suo insieme ospiti circa il 10% della biodiversità mondiale, e il Yasuni, in quanto uno dei suoi punti di massima concentrazione, potrebbe contribuire in modo significativo a questa fetta di biodiversità planetaria.
Quante specie e quali primeggiano
Diverse ricerche scientifiche e censimenti sul campo hanno provato a quantificare la ricchezza biologica del Yasuni National Park; ecco qualche dato che emerge di frequente:
Mammiferi: oltre 200 specie censite, fra cui figurano giaguari, bradipi, armadilli giganti, tapiri, diverse varietà di scimmie e delfini rosa (questi ultimi visibili soprattutto nei tratti di fiume più tranquilli).
Uccelli: i numeri oscillano fra le 550 e le 600 specie, da minuscoli colibrì a tucani e pappagalli rumorosi, fino alle are dalle piume vivacissime.
Molti appassionati di birdwatching si concentrano in quest’area proprio per le opportunità di avvistamento.Anfibi: intorno alle 150 specie, tra cui rane coloratissime e rospi di diversa taglia. Alcune di queste rane mostrano tinte accese, un segnale per eventuali predatori che potrebbero imbattersi in un veleno non propriamente innocuo.
Rettili: le stime si aggirano sulle 120-130 specie, inclusi caimani, serpenti (dal pitone alle piccole specie arboricole) e varie testuggini fluviali.
L’ambiente umido e caldo del Yasuni favorisce la presenza di molti di questi animali a sangue freddo.Insetti: qui le cifre si fanno più complesse, poiché un inventario definitivo è tuttora lontano. Alcune ricerche parlano comunque di decine di migliaia di specie, comprendenti farfalle, formiche, coleotteri e altri invertebrati.
L’intensa varietà di piante e micro-habitat rende il parco un vero laboratorio a cielo aperto, in cui ogni campagna di studio potrebbe rivelare nuove specie.
In aggiunta, sul fronte vegetale, si parla di 2.000-3.000 specie di piante vascolari finora descritte, con la possibilità che ne esistano altre ancora non classificate. È stato rilevato che in alcuni ettari di foresta possano convivere oltre 600 alberi diversi, un dato che supera quello di certi Paesi interi in altri continenti.
Per queste ragioni, alcuni ricercatori indicano che l’area dello Yasuni racchiuda al proprio interno una porzione significativa della biodiversità dell’intera regione amazzonica.
Alcune stime collocano il contributo del parco a un buon 2-3% della biodiversità di tutta l’America Latina, un dato che, considerando la sua estensione relativamente ridotta rispetto a tutto il continente, mette in luce l’incredibile concentrazione di vita che si sviluppa in questo lembo di Foresta amazzonica.
Specie bandiera: dal giaguaro al Ceiba
Fra i “simboli” di questa biodiversità, possiamo annoverare il giaguaro, che qui mantiene una popolazione ancora relativamente stabile grazie all’ampiezza del territorio.
Non meno emblematico è il delfino rosa, mammifero fluviale che trovi soprattutto nelle acque del Rio Napo o dei suoi affluenti.
Sul versante degli uccelli, la l’aquila arpia e i vari pappagalli amazzonici diventano il sogno di ogni appassionato di birdwatching.
Parlando di piante, merita di essere citata la Ceiba (ceibo o kapok), albero gigante che spesso domina la foresta con il suo tronco possente e le radici tabulari che sembrano sculture naturali. Altrettanto interessanti sono i fichi strangolatori e le palme Mauritia, che costituiscono fonte di cibo e riparo per innumerevoli specie di insetti e animali.
Una posizione strategica tra Ande ed Equatore
Ma perché tanta abbondanza di vita?
Il Yasuni si trova in un punto in cui l’Amazzonia incontra il tracciato dell’Equatore e riceve influenze climatiche anche dalla catena delle Ande, pur essendo lontano dai picchi montuosi.
Questo incrocio di fattori garantisce piogge regolari e temperature calde per la maggior parte dell’anno.
Si crea, così, un ambiente in cui ogni nicchia ecologica viene sfruttata da una o più specie. Potremmo dire che la “miscela” di clima, suolo e posizione geografica fa sì che, in un singolo ettaro, trovi più diversità di piante che in intere nazioni di altri continenti.
Cosa vedere nel Parco nazionale Yasuni
La Foresta amazzonica in quest’area è solcata da grandi corsi d’acqua, i principali sono il Rio Napo e il Rio Curaray. Il Rio Napo, affluente del grande Rio delle Amazzoni, è spesso percorso da canoe e imbarcazioni che trasportano viaggiatori e comunità locali.
In alcuni tratti potresti persino avvistare i delfini rosa, mammiferi acquatici che compaiono nelle acque più tranquille. Risalire il fiume in canoa è un modo ideale per cogliere la varietà di avifauna: con un po’ di fortuna, noterai aironi, martin pescatore e magari qualche sguardo timido da parte dei caimani notturni.
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Laguna Añangucocha e ricerca scientifica
Tra i luoghi più rinomati del Yasuni National Park, la laguna Añangucocha merita una visita se vuoi avere un assaggio della vita lacustre tipica dell’Amazzonia ecuadoriana.
Lì vicino sorge anche un centro di ricerca scientifica, dove biologici e botanici lavorano per catalogare nuove specie e comprendere i processi di rigenerazione della foresta. Alcuni programmi di ecoturismo consentono di assistere al lavoro dei ricercatori, un’esperienza formativa che ti fa toccare con mano la complessità di questo ambiente.
Escursioni in canoa con guide locali
Non mancano le opportunità di vivere l’Amazzonia “slow”: molte comunità indigene offrono escursioni in canoa per piccoli gruppi, in cui la parola d’ordine è “silenzio”. Pagaiare lungo i canali secondari può riservarti incontri ravvicinati con scimmie, tapiri e chissà quanti uccelli dalle piume multicolori.
Ascoltare le storie delle guide, che conoscono il parco come le loro tasche, è spesso la chiave per comprendere rituali e leggende legate a ogni curva del fiume.
Popolazioni indigene dello Yasuni
Il Parco nazionale Yasuni ospita popolazioni che portano avanti esistenze quasi mitiche, intrecciate per secoli ai ritmi dei fiumi e dell’intricata Foresta amazzonica. Pensa ai Huaorani: un popolo abituato a muoversi a piedi nudi, a navigare su piroghe scavate da tronchi secolari e a vivere in capanne di foglie intrecciate.
Il loro mondo ruota intorno al concetto di foresta come “casa” totale: non solo un luogo da cui trarre cibo e materiali, ma anche un serbatoio di poteri spirituali.
Parlano una loro lingua, che non ha radici con idiomi più diffusi in Ecuador, e credono nell’esistenza di spiriti legati a creature e piante.
Persino la caccia, per loro, è un atto carico di significato rituale: si prende dalla natura soltanto quello che occorre, mantenendo un equilibrio tramandato di generazione in generazione.
Huaorani: tra rituali e contatto con il mondo esterno
La vita quotidiana dei Huaorani si basa su un codice non scritto, in cui la foresta non è mai soltanto uno sfondo, ma un’entità viva con cui dialogare.
Molti di loro utilizzano la curaro, un veleno ricavato da piante specifiche, per immobilizzare la preda a distanza senza rovinarne la carne.
A volte, quando si attraversano radure o sentieri di caccia, il silenzio è d’obbligo perché ogni fruscio potrebbe richiamare o allontanare determinati animali.
Negli ultimi decenni, alcuni Huaorani hanno sperimentato un leggero avvicinamento al mondo esterno, specialmente attraverso progetti di turismo responsabile, che permettono a viaggiatori curiosi di imparare nozioni basilari sulle piante curative e di partecipare a piccoli momenti di vita comunitaria.
È un incontro che può rivelarsi toccante: da un lato, loro vedono la possibilità di mantenere viva la propria cultura anche su un piano economico; dall’altro, tu, in qualità di ospite, scopri realtà lontanissime dalle idee preconfezionate di “sviluppo”.
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Tagaeri e Taromenane: l’isolamento volontario
Più misterioso è il caso dei Tagaeri e dei Taromenane, popoli che scelgono l’isolamento volontario e rifiutano il contatto con la società esterna.
Vivono in piccole famiglie o gruppi nomadi, spostandosi fra i fiumi e le zone più remote dello Yasuni.
Secondo le testimonianze di chi è entrato sporadicamente nel loro territorio (spesso per errore), si tratta di gruppi con una forte identità guerriera, ancora dediti all’uso di lance e cerbottane.
Le loro credenze si addentrano in un universo spirituale in cui ogni albero o animale può incarnare l’essenza di un antenato, e i confini tra mondo visibile e invisibile sono sfumati.
Se hai la fortuna di essere in aree vicine a quelle dei Tagaeri e Taromenane, è fondamentale seguire alla lettera le disposizioni delle guide locali: qualsiasi tentativo di avvicinarli potrebbe essere interpretato come una violazione di uno spazio sacro.
La loro scelta di rimanere “isolati” è un atto di difesa culturale che mira a proteggere un equilibrio antichissimo, minacciato dall’avanzare delle estrazioni petrolifere e delle vie di comunicazione.
Le credenze e la visione cosmica
Sia per i Huaorani, sia per i Tagaeri e i Taromenane, la foresta non è soltanto un ammasso di vegetazione: è abitata da entità e spiriti che possono manifestarsi sotto forma di animali o eventi naturali.
Alcuni miti raccontano di “padroni” dei fiumi, creature mitiche che governano i pesci e gli animali acquatici, o di “spiriti degli alberi” che proteggono interi settori della giungla.
La nascita di un bambino, la costruzione di una nuova capanna o la raccolta di una particolare pianta medicinale possono essere accompagnate da riti e formule segrete che “dialogano” con questi spiriti protettori.
Ecco perché il rispetto diventa un concetto concreto: ogni gesto compiuto nella foresta ha risonanze che si estendono oltre la sfera puramente materiale.
Un equilibrio fragile da tutelare
Nel contesto di un Ecuador che si trova in bilico tra la tentazione di sfruttare le risorse naturali e il desiderio di salvaguardare il suo capitale ambientale e culturale, la presenza di queste popolazioni indigene rappresenta un monito vivente.
Hanno scelto di mantenere il proprio stile di vita, lontano dalle logiche frenetiche dell’urbanizzazione, conservando coscienze e abilità ancestrali.
Chiunque decida di entrare in contatto con loro – o di addentrarsi nei pressi dei loro territori – dovrebbe farlo con la consapevolezza di varcare una soglia dove vigono principi diversi dai nostri.
Ogni scatto fotografico, ogni parola e ogni passo devono diventare un atto di rispetto verso una cultura che è riuscita, per secoli, a vivere in simbiosi con la Foresta amazzonica senza stravolgerla.
Conservazione e Risorse Naturali
Il Yasuni National Park non è immune dalle problematiche legate allo sviluppo economico.
Nel sottosuolo si celano ingenti risorse petrolifere, e in passato non sono mancate polemiche riguardo l’estrazione e i danni potenziali su fauna, flora e popolazioni indigene.
La ricchezza di risorse naturali si scontra con la necessità di proteggere la più alta concentrazione di biodiversità nel Paese.
Svariate organizzazioni locali e internazionali hanno espresso preoccupazioni per l’impatto di eventuali trivellazioni, portando la questione a diventare un dibattito politico e sociale di primo piano.
L’iniziativa Yasuni-ITT e il suo esito
Per cercare di preservare intatto il parco, anni fa nacque l’Iniziativa Yasuni-ITT, un progetto che mirava a lasciare il petrolio sottoterra in cambio di un sostegno economico internazionale.
L’idea era rivoluzionaria: scommettere sull’importanza delle foreste come risorsa planetaria, piuttosto che cedere all’estrazione.
Purtroppo, l’iniziativa non ha avuto il successo sperato, con un insuccesso negli accordi tra governi e donatori esteri. Oggi, alcune aree del parco rimangono a rischio, ma c’è un continuo sforzo di monitoraggio e di sensibilizzazione perché l’Ecuador mantenga una posizione di equilibrio fra sviluppo e conservazione.
Le sfide di una foresta preziosa
Difendere il Yasuni non è affatto semplice: dal controllo di potenziali inquinamenti chimici fino alla necessità di fornire opportunità economiche alle popolazioni che vi abitano, ogni scelta richiede un compromesso.
Nonostante le difficoltà, la volontà di proteggere questo habitat rimane forte, anche grazie alla presenza di associazioni indigene e progetti ecoturistici: un modo per generare reddito senza danneggiare l’ecosistema.
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Come organizzare un viaggio nel Parco nazionale Yasuni
Per arrivare allo Yasuni, di solito si parte da Quito o da Guayaquil, prendendo autobus o voli interni diretti verso città come Coca, lungo il Rio Napo.
Da lì, è comune proseguire in canoa verso i lodge che costeggiano fiumi e lagune.
L’Amazzonia conserva un tasso di umidità costante tutto l’anno, sebbene possano esserci periodi leggermente meno piovosi.
Una lettura al mio post su Quando andare in Ecuador può aiutarti a scegliere il momento migliore, anche in base alle attività che vorrai fare.
Dove alloggiare: dal Yarina all’eco-friendly lodge
Esistono diverse opzioni di alloggio per un viaggio ecuador nello Yasuni, con strutture che variano da quelle essenziali a veri eco-lodge dotati di ogni comfort. Se cerchi un’esperienza più vicina allo stile “campo base”, potresti considerare un lodge più basico, ma se preferisci un soggiorno rilassante con camere private e acqua calda, trovi anche soluzioni più sofisticate. Ecco alcune opzioni:
Yarina Lodge: ideale se vuoi un mix di semplicità e comodità, con guide preparate e camere dai servizi dignitosi.
Napo Wildlife Center: un progetto comunitario che punta sulla conservazione, situato in una zona privilegiata per il birdwatching.
La Selva Ecolodge: più orientato al comfort, con un tocco “luxury” che non sovrasta la natura circostante.
Sacha Lodge: noto per la canopy walkway e i tour all’alba, perfetti se vuoi osservare la fauna quando la foresta si risveglia.
Il costo del soggiorno può variare molto, ma le tariffe in genere comprendono escursioni guidate, pasti e trasferimenti in barca. Se desideri un viaggio in cui non devi preoccuparti della logistica, puoi affidarti a un servizio professionale (come quello che offriamo) per costruire un itinerario cucito su misura e rispettoso dell’ambiente.
Consigli per il viaggiatore responsabile
Ridurre l’impatto ambientale
Ogni tuo gesto può fare la differenza nello Yasuni. Evita di lasciare rifiuti, non raccogliere piante o fiori e segui le indicazioni delle guide quando ti sposti nella foresta. L’Amazzonia è un ecosistema fragile, e un singolo passo fuori sentiero potrebbe danneggiare piante rare o disturbare uccelli in cova.
Se bevi acqua in bottiglia, cerca di ridurre il più possibile la plastica, magari utilizzando filtri portatili o borracce riutilizzabili.
Cosa mettere in valigia
Un abbigliamento adeguato è cruciale in un tour in Ecuador di tipo amazzonico: pantaloni lunghi, preferibilmente leggeri e traspiranti, camicie a maniche lunghe, calzature resistenti all’acqua e calze alte per proteggerti da eventuali insetti.
Non dimenticare il repellente per zanzare, un impermeabile e un cappello per ripararti dal sole.
La crema solare è fondamentale, anche se la foresta è fitta.
E se prevedi di immortalare i momenti più intensi, una protezione impermeabile per la fotocamera farà dormire sonni tranquilli anche a te.
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Rispetto per la fauna selvatica
Sei ospite in una delle aree più ricche di biodiversità del pianeta, quindi cerca di non disturbare gli animali con flash fotografici troppo aggressivi o rumori inutili.
Alcune scimmie possono avvicinarsi per curiosità, ma non dare loro cibo o tentare contatti diretti.
Un comportamento responsabile verso la fauna ti permetterà di goderti lo spettacolo di questi esseri viventi in maniera autentica, senza alterarne il comportamento naturale.
In Amazzonia con Roberto Furlani; la mia esperienza al tuo servizio
Se vuoi esplorare il Parco nazionale Yasuní, la Riserva di Cuyabeno visitare Quito, l’Ecuador e le Galapagos puoi fare affidamento su di me: sono Roberto Furlani, esperto dell’ Ecuador e dell’America latina, che ho ideato e realizzato il blog Viaggio-CentroSudAmerica.com, in cui ti trovi.
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NOTA BENE
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Scopri chi sono
Mi chiamo Roberto Furlani e lavoro con passione nel Turismo da oltre 32 anni, di cui 15 passati a dirigere l’Ufficio Turismo del WWF Italia (Fondo Mondiale per la Natura) e 12 come Tesoriere di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).
Grazie anche a questa ricca esperienza sono oggi Responsabile Prodotto e Tour operator per Evolution Travel (il Network che conta più di 600 consulenti di viaggio on line), per cui ho creato più di 120 programmi di viaggio, con cui potrai scoprire il Centro-Sud America!
Troverai tutta la mia storia nel “chi sono”; aggiungo solo che per 22 anni sono stato giornalista pubblicista delle pagine scientifiche del Corriere della Sera.
E’ stato così per me estremamente naturale dare vita al Travel Blog Viaggio Centro Sud America in cui ti trovi e creare più di 900 post e video che, spero, ti aiuteranno a conoscere e amare intensamente come me questa Regione del nostro Pianeta.
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