Situata a oltre 550 chilometri al largo della costa occidentale della Costa Rica, l’Isola del Coco ha da sempre affascinato esploratori e avventurieri.
Quest’isola vulcanica remota è avvolta dalla leggenda: alcuni credono che abbia ispirato il celebre romanzo d’avventura di Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro.
Jacques Cousteau la definì “l’isola più bella del mondo”.
Isolata nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico, l’Isola del Coco è l’unica terra emersa all’interno di un’enorme catena montuosa sottomarina.
Viene spesso paragonata alle Isole Galápagos, poiché le potenti correnti oceaniche convergono creando un ecosistema marino rigoglioso, ricco di specie pelagiche. Banchi di squali martello, squali balena e mante giganti si radunano in queste acque.
Ti accompagnerò in questo post alla scoperta dell’isola del Coco.
Sono Roberto Furlani, esperto di Centro-Sud America e della Costa Rica (per cui, come tour operator, ho creato più di 25 programmi di viaggio) e ho oltre 32 anni di attività professionale nel Turismo.
Questo, in cui ti trovi, è il mio Blog ” Viaggio-CentroSudAmerica“, in cui racconto in più di 1050 post le straordinarie bellezze della Costa Rica e dell’America latina (alla fine di questo post potrai conoscere meglio chi sono 😊
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Storia dell’isola del Coco
Si stima che l’età geologica dell’isola sia compresa tra 1,9 e 2,4 milioni di anni.
È l’unica porzione della Placca Tettonica di Cocos emersa da una formazione vulcanica situata a quasi 3.000 metri di profondità ed appartiene alla catena vulcanica che si estende dalle Isole Galápagos fino alla fossa mesoamericana, nel sud-est della Costa Rica.
L’isola fu scoperta originariamente nel 1526 dall’esploratore spagnolo Joan Cabezas del Grado, ma rimase a lungo un punto di sosta, un rifugio e un deposito per i pirati e i corsari che navigavano lungo la costa occidentale delle Americhe spagnole.
Nel 1793, l’Isola del Coco cominciò a essere visitata anche dalle baleniere, che sbarcavano sulle sue coste per rifornirsi di acqua dolce e noci di cocco. In quel periodo, sull’isola furono introdotti maiali, capre e diverse piante, con l’intento di fornire provviste per i futuri viaggiatori.
Il primo coinvolgimento documentato della Costa Rica con l’isola risale al 1832, quando il governo costaricano salvò un’imbarcazione cilena naufragata nella Baia di Wafer.
Infine, nel 1969, la bandiera della Costa Rica venne issata ufficialmente sull’isola, quando l’amministrazione di Jesús Jiménez Amora prese possesso legale della Isla del Coco.
Il Parco Nazionale dell’Isola del Coco è stato creato nel 1978, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1988 e designato Tesoro Nazionale Culturale e Storico nel 2002.
La pesca e la raccolta di specie marine sono vietateentro 22 km dall’isola, ma la mancanza di controlli ha permesso che, fino al 1992, nell’area si praticassero pesca commerciale illegale e il finning degli squali (la cattura degli squali con il taglio delle pinne, vendute poi, essicate, sui mercati cinesi).
Da allora, sono stati dislocati guardaparco in modo permanente sull’isola e le popolazioni di squali hanno iniziato a riprendersi, sebbene la pesca illegale rimanga ancora oggi un grave problema.
Il Paradiso delle Immersioni Subacquee
L’attività principale sull’Isola del Coco è l’immersione subacquea.
I sub possono esplorare siti famosi come Bajo Alcyone, Shark Fin Rock e Manuelita che offrono spettacolari incontri con squali, razze, banchi di pesci e coralli dai colori vivaci.
La visibilità sott’acqua è spesso eccellente, rendendo l’esperienza di immersione indimenticabile.
I principali siti di immersione dell’Isola del Coco sono:
• Bajo Alcyone, noto per i suoi banchi di squali martello, mante e grandi banchi di pesci.
• Manuelita Garden, dove si possono osservare mante, razze marmorizzate, banchi di labridi creoli e squali martello.
• Dos Amigos Grande, un piccolo isolotto caratterizzato da un arco naturale alto 13 metri, habitat di squali martello, carangidi arcobaleno e dentici.
• Bird Island, Chatham Bay, situato a sud-est di Manuelita, offre una straordinaria varietà di pesci rana, aragoste, murene, razze, squali pinna bianca di barriera e squali martello.
Flora e Fauna dell’Isola del Coco
Fauna terrestre
L’isola ospita diverse specie di uccelli, alcune delle quali endemiche, come il fringuello dell’Isola del Coco e il cuculo dell’Isola del Coco. Tra i rettili presenti si trovano lucertole, serpenti innocui e rane, alcune delle quali anch’esse endemiche.
Purtroppo sull’isola si trovano anche animali meno convenzionali come maiali, gatti, capre, ratti e cervi, che vagano liberamente.
Alla fine del XVIII secolo, la nave Rattler gettò l’ancora all’Isla del Coco, e il suo comandante, Capitano James Colnett, lasciò maiali, capre e coltivò piante sull’isola con l’intento di trovare provviste al suo ritorno.
Oggi, però, questi animali sono diventati specie invasive, causando un grave impatto negativo sugli ecosistemi dell’isola e sulla sua biodiversità autoctona.
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Specie Marine Iconiche
È però sott’acqua che l’Isola del Coco rivela tutta la sua bellezza. Le acque che la circondano sono un vero e proprio hotspot di biodiversità marina. Qui vivono grandi popolazioni di squali tigre, mante, tonni, delfini e persino balene.
Le barriere coralline ospitano pesci tropicali dai colori vivaci, coralli, molluschi e altri invertebrati marini.
L’Isola del Coco è particolarmente famosa per le sue grandi concentrazioni di squali martello, che attirano subacquei da tutto il mondo. Questi squali si radunano in banchi numerosi attorno all’isola, soprattutto vicino a Bajo Alcyone, uno dei siti di immersione più celebri.
Nel Parco Nazionale dell’Isola del Coco sono state registrate 45 specie marine endemiche, che rappresentano quasi il 50% dell’endemismo marino della Costa Rica.
Flora
Anche se questa piccola roccia sperduta nell’oceano è di dimensioni ridotte, ospita ben 297 specie di piante vascolari, appartenenti a 196 generi e 82 famiglie botaniche.
Di questa straordinaria ricchezza botanica, 220 specie (74%) sono native, mentre 77 (26%) sono state introdotte.
Stagione migliore per fare immersioni all’Isola del Coco
L’Isola del Coco ha un clima caldo e umido, caratterizzato da due stagioni ben distinte: la stagione delle piogge, che va da giugno a novembre, e la stagione secca, che si estende da dicembre a maggio.
Durante la stagione delle piogge, i venti provenienti da sud limitano l’accesso alle zone di immersione lungo le coste orientali e sud-occidentali dell’isola.
In questo periodo, la temperatura dell’acqua raggiunge il valore minimo dell’anno e la fioritura del plancton riduce la visibilità subacquea tra 10 e 25 metri. Tuttavia, questa ricchezza di nutrienti attira un’abbondanza di vita marina, tra cui squali martello, squali balena e mante, che sfruttano le correnti stagionali di risalita per alimentarsi.
Al contrario, durante la stagione secca, il mare è più calmo e le acque sono più calde, con temperature che spesso raggiungono i valori più alti dell’anno, superando i 20°C.
Anche se la diversità e la quantità di specie pelagiche possono essere meno impressionanti rispetto alla stagione delle piogge, la maggior parte di esse è ancora facilmente avvistabile, e la maggiore visibilità subacquea permette di osservarle meglio.
Un altro vantaggio della stagione secca è il clima più stabile, che consente un accesso più ampio ai diversi siti di immersione dell’isola, offrendo ai subacquei maggiori possibilità di esplorazione.
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Come Arrivare all’Isola del Coco
Se desideri fare immersioni, l’unico modo per raggiungere l’Isola del Coco è a bordo di una barca da crociera per subacquei, che parte dalla città portuale di Puntarenas, situata nel Golfo di Nicoya, lungo la costa occidentale della Costa Rica.
Il viaggio inizia con un trasferimento in autobus di due ore da San José, la capitale e città più grande della Costa Rica, dove si trova il principale aeroporto internazionale.
Da Puntarenas, il tragitto fino all’Isola del Coco dura tra 36 e 40 ore di navigazione in mare aperto, con la maggior parte dei viaggi in crociera che durano tra 8 e 10 giorni.
L’attraversamento dell’oceano può essere agitato in alcuni momenti, specialmente durante la stagione delle piogge, quando il mare può essere più mosso. Se prenoti un viaggio di immersioni all’Isola del Coco tra giugno e novembre, è consigliabile portare con sé medicinali per il mal di mare.
Indipendentemente dal periodo dell’anno, è sempre utile portare un buon libro per passare il tempo durante la lunga traversata.
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Mi chiamo Roberto Furlani e lavoro con passione nel Turismo da oltre 32 anni, di cui 15
Grazie anche a questa ricca esperienza sono oggi Responsabile Prodotto e Tour operator per Evolution Travel (il Network che conta più di 600 consulenti di viaggio on line), per cui ho creato più di 120 programmi di viaggio, con cui potrai scoprire il Centro-Sud America!
Troverai tutta la mia storia nel “chi sono”; aggiungo solo che per 22 anni sono stato giornalista pubblicista delle pagine scientifiche del Corriere della Sera.
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FAQ – Frequently Asked Questions
Puoi arrivare solo via mare, imbarcandoti su una nave-appoggio per subacquei che parte dal porto di Puntarenas. La traversata richiede dalle trenta alle trentasei ore, a seconda delle condizioni dell’oceano.
Il Parco Nazionale concede l’accesso soltanto a operatori autorizzati: la barca diventa il tuo alloggio e base d’immersione per l’intera permanenza (di solito 7-10 giorni). Non esistono voli di linea né approdi turistici; sull’isola vivono solo i ranger del parco, che controllano permessi e orari di sbarco.
L’Isla del Coco emerge nell’Oceano Pacifico, a circa 550 km a sud-ovest della costa costaricana, in linea d’aria poco più a metà strada fra il continente e le Galápagos.
Amministrativamente appartiene alla provincia di Puntarenas ed è circondata da un’area marina protetta che copre quasi 2 000 km². Le coordinate approssimative sono 5° 32′ N e 86° 55′ O.
Il cosiddetto “Tesoro dell’Isola del Cocco” è una leggenda nata tra il Seicento e l’Ottocento. Secondo la versione più diffusa, nel 1821 il capitano William Thompson nascose qui il Tesoro di Lima: casse d’oro, argento e gioielli sottratti alla cattedrale per salvarli dalle rivolte.
Altri pirati, come Benito Bonito, avrebbero sepolto bottini nello stesso periodo. Centinaia di spedizioni di ricerca sono partite nel corso dei decenni, senza prove definitive del ritrovamento.
Oggi l’isola è parco nazionale e patrimonio naturale; scavi e ricerche di tesori sono vietati, quindi il mito resta intatto fra storia e fantasia.



























































