Il nostro Perù: diario di Viaggio di Ornella e Vilmer

Ultimo aggiornamento del post 24 Maggio, 2023

Agli inizi dello scorso dicembre ricevetti via whatsapp questo messaggio:

Ciao Roberto siamo Ornella e Vilmer. Siamo pensionati e appassionati di viaggi. Abbiamo un biglietto aereo per Lima, arriviamo il 12 Gennaio e ripartiamo il 29, via Mexico City. Saremmo interessati ad un tour del Perù (anche se il periodo non è quello ideale…quello abbiamo)….“.


Da lì iniziò poi un rapporto molto intenso fatto di telefonate, mail e whatsapp per preparare il loro viaggio. Da subito mi colpirlo molto il loro programma di viaggio, che aveva una serie di “stranezze” :

√ si collocava in un periodo tradizionalmente no, dal punto di vista meteo, per un viaggio in Perù;
√ Ornella e Vilmer volevano soggiornare ben due notti ad Aguas Calientes per essere sicuri d salire sul Huayna Picchu, una delle montagne che sovrastano Machu Picchu;
√ volevano salire su entrambe le montagne arcobaleno, sia il Vinicunca che il Palcoyo.

Insomma uno di quei viaggi che ti colpiscono da subito e di cui sicuramente non mi scorderò mai.
Anche perchè la visita a Machu Picchu e la salita a Huayna Picchu se la sono veramente guadagnata, eccome!

Ne hanno passate di tutti i colori, da uno smottamento che ha precluso il passaggio del treno per Aguas Calientes per circa una settimana, alla loro epica decisione di raggiungere, zaini in spalla, Aguas Calientes con una marcia di ben 12 chilometri lungo la ferrovia.

Mi fermo qui, per lasciare giustamente a loro la parola. Confesso solo una cosa: non pensavo che ce l’avrebbero fatta, ma la loro determinazione e la volontà di concretizzare il sogno di una viata, Machu Picchu, hanno messi le ali ai loro piedi.
Come si dice  “La vida sin un sueño no vale nada“.  Grazie Ornella e Vilmer per questa prova: avete raggiunto il vostro sogno.  
Ultima nota, per sottolineare il proverbiò “La fortuna aiuta gli audaci”: come vedrai dalle immagini. il tempo è stato dalla loro parte: quasi sempre sole.

A loro la parola:

ITINERARIO: LIMA – PARACAS – HUACACHINA – NASCA – AREQUIPA – CHIVAY – COLCA – PUNO – TITICACA – CUZCO – VINICUNCA – AGUA CALIENTES – MACCHU PICCHU – CUZCO — LIMA

Arriviamo a Lima da Mexico City il 12 gennaio sera, ci sistemiamo all’hotel Arawi Miraflores Express.                   

  Il 13 mattina la nostra guida ci porta in visita della città partendo da Miraflores, uno dei 43 distretti in cui è  monumento costruito su 7 piattaforme sfalsate e senza camere interne. Attraversiamo un parco di ulivi secolari (il più antico ha 378 anni) portati dagli spagnoli nel distretto di S. Isidro. 

Ci avviciniamo quindi al centro della città, dove si notano diversi edifici in stile francese. Lima fu distrutta e ricostruita 2 volte, la prima da un terremoto nel 1746 e la seconda dalla guerra civile nel 1879. A Lima non piove quasi mai, pur essendo sul mare è in territorio praticamente desertico, e in questo periodo dell’anno la temperatura è gradevole. La prima meta in città è il monastero di S.Francisco, ovviamente di frati francescani che furono i primi religiosi ad insediarsi in America Latina.

Al primo piano si trova una biblioteca del 1500, ricca di libri e antichi manoscritti (prima che Gutenberg inventasse la stampa a caratteri mobili), qui sembra veramente di viaggiare all’indietro nel tempo!

Anche il coro, interamente in legno di cedro e con 130 posti, è molto suggestivo: enormi libri di spartiti a caratteri cubitali su pagine di carta di pecora e copertina in legno, che venivano aperti su  un leggio al centro del coro affinchè tutti potessero leggerli, e un organo con 1000 canne costruito da un italiano.

Dopo aver attraversato un immenso chiostro i cui porticati sono affrescati, ci inoltriamo in un altro luogo misterioso: le catacombe.  Qui i resti di migliaia di persone sepolte nel corso dei secoli sono stati poi raccolti in maniera molto suggestiva, raggruppati in teschi e femori.   


   In seguito abbiamo visitato plaza S. Martin e Plaza de Armas, con il cambio della guardia.  Abbiamo consumato il nostro primo pranzo peruviano in un grazioso ristorantino con terrazza, che si affaccia sulla enorme piazza. Nel primo pomeriggio trasferimento in Cruz del Sur per Paracas e trasferimento all’Hotel Emancipador. Ottima cena a base di pesce alla griglia a El Delfin Dorado, un ristorante sul lungomare locale.

Il 14 mattina  escursione in barca alle Isole Ballestas, le piccole Galapagos del Perù.  Uccelli, pinguini, foche, leoni marini, pesci, stelle marine…un habitat molto suggestivo che si raggiunge in 40 minuti di barca veloce, con aria frizzante e una nebbia mattutina da ricordare.


Il pomeriggio trasferimento in bus per Ica, 2 ore circa di viaggio. La guida ci accompagna in centro città e successivamente visitiamo una distilleria di Pisco, il distillato peruviano per eccellenza e base del Pisco Sour, e successivamente la fabbrica di dolci locali Tejas, dove ci cimentiamo nella preparazione di uno di questi dolcetti speciali.

Non c’è molto da vedere in questa città, gateway per la più nota Huacachina che con la sua oasi e le dune circostanti richiama molti turisti anche locali soprattutto nei weekend.  Ci sistemiamo all’hotel D.M. Mossone, sulle rive del lago.

Il 15 gennaio mattina acquistiamo una escursione in buggy sulle dune da una simpatica signora locale: una vera scarica adrenalinica, intervallata da due fantozziane discese con la tavola…un pomeriggio di relax in piscina, prima del trasferimento in bus verso Nazca.
La sera arrivo a Nazca e sistemazione all’hotel Casa Andina Standard, in pieno centro e con movida assordante di clacson…cena frugale e poi a nanna.

L’indomani 16 gennaio puntualissimo arriva l’incaricato di Alas Peruanas, che ci accompagna in aeroporto per il sorvolo delle famose linee di Nazca.

Il tour su un piccolo piper, ottimamente pilotato, ci fa scoprire uno dei più antichi misteri dell’America Latina: queste opere viste dall’alto fanno veramente viaggiare la “mente cosmica”.

Altrettanto cosmico il pranzo alla Cevicheria “La Senora Limon”.  Pomeriggio di relax in hotel (a Nazca non c’è molto altro da fare di domenica, i musei sono chiusi) e in serata trasferimento alla stazione dei bus dove ci aspetta un lungo viaggio notturno verso Arequipa.

La mattina del 17 arrivo ad Arequipa, la città bianca, seconda per popolazione dopo Lima, al centro di una ricca zona mineraria di oro, rame e argento.

Ottima la scelta dell’Hotel Santa Rosa, in pieno centro storico e in un suggestivo edificio coloniale. Dopo una breve sosta ristoratrice per riprenderci dal lungo viaggio notturno, la nostra guida ci fa conoscere il centro storico, patrimonio Unesco.

Visitiamo Plaza de Armas con la fontana, i palazzi e la cattedrale. In un angolo della piazza la bellissima chiesa dei gesuiti, con la facciata arricchita da simbologie cristiane e incaiche che si fondono nel cosiddetto “sincretismo”, che ritroveremo poi in altri luoghi. Lasciato il centro storico, ci trasferiamo a Yanahuara, da dove si gode un bellissimo panorama sul vulcano Misti e sulla città ai suoi piedi. 


Arequipa sembra la località più indicata per acquistare un capo di vera alpaca (la vigogna è carissima, fuori portata!), perchè lì si trovano le fabbriche per la lavorazione della lana di questi camelidi, con annesso negozio di capi certificati.

Acquistiamo alcune belle sciarpe di baby alpaca e ci dirigiamo felici del nostro bottino verso l’ultima tappa del tour guidato: il monastero di Santa Catalina, molto interessante per capire come era organizzata (e dura) la vita delle suore di clausura.

Nel pomeriggio visita obbligata al mercato di S.Camillo, dove abbiamo toccato con mano quante varietà di patate si possono trovare in Perù…ma anche provato quanto siano buoni i centrifugati di frutta locali! Per chiudere la giornata arequipana abbiamo scelto un ristorantino molto suggestivo, lo Zig Zag. Ottima cena e poi a nanna.

18 Gennaio, colazione e nuova guida. Si parte per Chivay e Valle del Colca. Finora il nostro viaggio si è sviluppato tra pianure e altitudini “appenniniche”, ma ora inizia la fase di alta quota e ce ne accorgiamo man mano che il pulmino inizia ad arrampicarsi verso il Mirador de los Volcanes, sfiorando i 5000 metri: ne sono testimoni il mio altimetro e il nostro mal di testa, alleviato dalle inalazioni di agua de Florida.


Dopo un viaggio durato diverse ore attraverso suggestivi paesaggi andini arriviamo all’hotel Casa Andina di Chivay, siamo a 3600 metri di quota e il clima è molto più fresco rispetto ad Arequipa.
La forma fisica non è delle migliori oggi, sarà l’altezza o il lungo viaggio… Ornella decide di riposare, io mi faccio una forzatura per andare alle terme (suggerimento di Roberto).

Un bagno caldissimo in acque sulfuree a 3600 metri all’aperto non capita tutti i giorni! Poi mettere i propri abiti in quelle cellette variopinte… la fiacca, rimasta fino a sera, un caldo di pollo a cena  e dieci minuti di ossigeno sanciscono la fine di una intensa giornata in quota.

Una nota merita l’hotel di Chivay con i suoi bungalow, il corpo centrale in pietra rustica, i caminetti accesi che riscaldano il corpo e l’anima, il personale che ci ha accolti e serviti con estrema gentilezza. Sarà forse la conseguenza della pandemia, i pochissimi turisti e zero italiani incontrati, ma qui l’ospite è veramente sacro.

La mattina del 19 la nostra forma è migliore, ci prepariamo sperando di vedere il condor nel canyon del Colca, secondo al mondo per profondità. Il tempo ci assiste e nonostante siamo in piena stagione delle piogge c’è un bel sole.


La fortuna pure ci accompagna e così vediamo e fotografiamo un paio di esemplari maschi proprio alla Cruz del Condor. Anche i paesaggi sono mozzafiato e con questa felice esperienza ci dirigiamo verso Puno, la nostra prossima meta.

Anche in questo spostamento ci accompagnano sublimi paesaggi andini, come quello di Lagunilla a 4444 msm; qui di nuovo incontriamo tanti camelidi, soprattutto alpaca, vigogne e qualche guanaco.


Prima di arrivare a Puno si attraversa Juliaca, il cui centro è intasato di tuktuk variopinti e rumorosi, un traffico che ricorda certe città indiane. Arriviamo a Puno verso le 18, sistemazione all’Hotel Casa Andina Standard, in posizione centrale. Il tempo di sistemarci e poi a cena al Mojsa Restaurant, un posticino accogliente proprio nella piazza della Cattedrale.  

La mattina del 20 il nostro tour riprende in taxi fino al molo dove ci imbarchiamo sulla motonave veloce che ci porta sul Titicaca. E’ il più grande lago navigabile del mondo a 3800 metri di quota e 8000 kmq.

Le isole galleggianti degli UROS sono la nostra prima meta. Piove, ma questo non ci impedisce di apprezzare il coloratissimo mondo che questo popolo costruisce e mantiene da secoli. Gli Uros sono una comunità formata da circa 2000 persone distribuite su 200 isole costruite con la totora, una pianta acquatica che utilizzano per fare quasi tutto, dalle case alle imbarcazioni e perfino commestibile.
La loro vita è cambiata nel corso del tempo e il loro sostentamento oggi dipende molto dal turismo, che in tempi di pandemia è molto ridotto. Non c’è voluto tanto a farsi convincere per qualche acquisto in più, un piccolo contributo per loro e per riempire i nostri zaini con coloratissimi souvenirs.

Lasciati gli UROS, la motonave si dirige verso Taquile, splendida isola abitata da popolazione Quechua che raggiungiamo dopo un’ora e mezzo di navigazione sulle acque tranquillissime del Titicaca, dove nel frattempo è uscito uno splendido sole
Approdati, si sale per 15 minuti verso il mercato artigianale dove vengono organizzate dimostrazioni di lavori al telaio, ai ferri e di altro genere. Qui le donne lavorano al telaio, mentre gli uomini con i ferri fanno copricapi e cinture. Tutti vestono costumi tipici molto colorati e pieni di simbologie.


Le dimostrazioni si concludono con un ballo di gruppo, al quale si uniscono anche i turisti di giornata. Numerosi e allineati sono i banchi del mercato, dove vengono messi in vendita tutti i capi prodotti sull’isola: braccialetti, copricapi, collane, cinture, ecc.   Fatti anche qui gli “acquisti solidali”, ci spostiamo ancora più in alto, verso la sommità dell’isola dove c’è il ristorante.

Ci attende il pranzo compreso nell’escursione, a base dell’immancabile trota alla griglia.  Dopo il pranzo scendiamo sul lato opposto dell’isola dove è ancorata la motonave che in 1 ora e 45 minuti ci riporta a Puno.  Oggi non c’è nient’altro da fare, così ritorniamo a cena da Mojsa per gustare un ottimo filetto di alpaca alla griglia.

21 gennaio, dopo la colazione partiamo per Cuzco con un pulmino privato ed una nuova guida.  Il percorso è lungo e sono previste diverse soste. La prima è Pukara, famosa per la lavorazione delle ceramiche (tipica figura è il toro in tante forme e dimensioni), oltre ai resti di una civiltà preincaica e una grande piramide risalente al 3000 A.C., non visitabile.

Sosta per il pranzo sul fiume Urubamba, e in seguito visitiamo il parco archeologico Raqchi, uno dei più grandi di epoca Inca in Perù.  La sosta successiva è per visitare la famosa chiesa di S.Pietro di Andahuaylillas di stile barocco, soprannominata “la piccola sistina” per la bellezza dei suoi decori in oro e opere d’arte.

C’è anche l’organo più antico del Perù, perfettamente funzionante.  Arriviamo finalmente a Cuzco e ci sistemiamo all’hotel Taypikala, a circa 10 minuti a piedi da plaza de Armas. Piove e abbiamo fame…ci viene consigliato il ristorante “Cicciolina”, che raggiungiamo in taxi sia in andata che in ritorno. Buona cena e poi a nanna.

La mattina del 22 gennaio una nuova guida ci porta a vedere la città, antica capitale fondata da Pachakutec e ombelico del mondo Inca. La prima tappa prevede la visita della fortezza di Sacsayhuaman, imponente costruzione di massi enormi (100 -300 ton!) perfettamente cesellati e incastrati tra loro.


Successivamente visitiamo il tempio dell’acqua (Tambomachay), poi torniamo nel centro storico. Qui visitiamo la cattedrale, enorme e ricchissima di opere d’arte e di raffigurazioni di sincretismo e poi il vicino tempio del sole, in Quechua “Coricancha”, distrutto dagli spagnoli nel XVII secolo. Sul suo perimetro hanno eretto la chiesa di S.Domingo lasciando solo le mura esterne del vecchio tempio, che hanno resistito intatte ai frequenti terremoti della regione.  Un po’di relax in hotel e una cena alla Estancia Andina, con musica live in plaza de Armas, concludono anche questa bella giornata.

A questo punto c’è un importante contrattempo: una frana ha travolto i binari della linea ferroviaria isolando Aguas Calientes, la tappa successiva del nostro programma verso il Machu Picchu.  Così vengono anticipate le escursioni a Vinicunca e Palccoyo, in attesa che la situazione si normalizzi.

Il 23 mattina alle 5 partiamo per l’escursione a Vinicunca e le meravigliose montagne arcobaleno. Il tempo non è male, il viaggio è lungo ma siamo comodi e lo condividiamo con una coppia cilena. Dopo 4 ore di viaggio, le ultime 2 e mezzo di strade sterrate e arrampicate tra canyon e guadi di torrentelli, arriviamo al “campo base” da dove si parte per la vetta  raggiungibile con una camminata in quota di un’ora circa o in alternativa per i meno allenati  con il cavallo o la moto. 


Ci rendiamo conto dei nostri limiti e optiamo per quest’ultima che ci lascia a circa 300 metri dalla vetta, raggiunta a piedi dopo una faticosa salita fino a quota 5035 msm.

Qui il panorama è stupendo e le immagini lo testimoniano meglio di tante parole. La fatica è senza dubbio ripagata dallo spettacolo di queste montagne multicolore.

La discesa è più agevole, anche sotto una debole pioggia gelata. Il rientro è altrettanto lungo, ma siamo felici per questa bella escursione.

Rientriamo in hotel e ci meritiamo una cena speciale: il ristorante Hanz, tavolo con vista sulla piazza de Armas, fa al caso nostro. Ottimi nachos e cosciotto di agnello al forno, servizio accurato.

Il 24 mattina sveglia alle 5 e partenza per l’escursione a Palccoyo. Dopo circa 1 ora e mezzo di viaggio siamo costretti a tornare indietro a causa di una protesta di categoria e blocchi stradali, contro qualche misura del governo.
Rinunciamo con dispiacere alla nostra escursione ma la prendiamo con filosofia (che altro fare?), torniamo in hotel e convertiamo questa giornata allo shopping recandoci in zona del mercato di S.Pedro.

Purtroppo non arrivano buone notizie sul ripristino della linea ferroviaria e le possibilità di fare l’escursione al Machu Picchu sembrano ridursi. Come unica possibilità rimasta ci viene proposto di allungare il soggiorno ritardando i voli di alcuni giorni, soluzione che però ci creerebbe molti problemi.

Ma visitare il Machu Picchu per noi è un must del viaggio in Perù, perciò ci adoperiamo alla ricerca di una soluzione alternativa. In città troviamo una agenzia che organizza il viaggio con mezzi alternativi in pulmino da 20 posti  per la località “Hydroelectrica”.

Sono 5 ore di viaggio su strade “diversamente comode”, l’ultimo tratto impressionante a strapiombo sull’Urubamba e ovviamente non asfaltato e senza guardrail. Tutto ciò fortunatamente non preoccupa il nostro driver, che si destreggia abilmente in tutte le situazioni e ci porta alla meta. Da qui si entra nel parco riserva di Machu Picchu, ma Aguas Calientes dista ancora 12 km da percorrere a piedi e zaini in spalla lungo la strada ferrata. 

Dopo circa 3 ore la cittadina “proibita” e isolata dalla frana si materializza ai nostri occhi, stanchi ma felici di essere arrivati: la prova che la fortuna aiuta gli audaci! Poco importa se nel frattempo inizia a piovere, il più è fatto!


La nostra guida ci viene incontro e ci conduce all’hotel più “basic” di tutto il viaggio, ma sufficiente per offrirci un letto pulito e una doccia tiepida a dispetto del nome “Aguas Calientes”!  Il pacchetto comprende la cena, con immancabile ma buonissima trucha e verdure al horno.

Il 26 gennaio alle 8.30 prendiamo il bus per il Machu Picchu, venti minuti di tornanti ci portano all’ingresso del complesso archeologico. La prima tappa di questa intensa giornata è la scalata del Wayna Picchu. Il tempo ancora una volta ci assiste, un bel sole accompagna la nostra salita di un’ora e mezzo, l’ultimo tratto di gradini piccoli e ripidi.


La vetta di 2667 metri ha il sapore di una conquista speciale per noi e ci godiamo una mezz’ora di vista mozzafiato sul Machu Picchu.  Ora dobbiamo scendere, perchè la nostra guida ci aspetta all’ingresso della città.


Scendere è meno faticoso ma non meno impegnativo….fortunatamente non piove, altrimenti sarebbe anche pericoloso. La salita al Wayna ha prosciugato tutti i nostri liquidi, necessitiamo di una pausa per ritemprarci e idratarci prima di visitare il Machu.

La guida è molto preparata e ci racconta storie, leggende e aneddoti di un popolo misterioso e affascinante. E’ primo pomeriggio, ci godiamo queste storie e il sito insolitamente poco affollato e quasi a nostra esclusiva disposizione. Facciamo tante foto, come giusto che sia, per portare con noi tanti momenti: il tempio del sole, il condor, l’osservatorio, gli specchi…  Il bus ci riporta ad Aguas, stanchi ma felici per questa meravigliosa escursione. Quale miglior modo per finire questa giornata se non un bel bagno termale all’aperto? Detto fatto, con cocktail a bordo piscina.

L’indomani, 27 gennaio, ci attende un altro lungo rientro. Di buona mattina, lasciato l’albergo zaini in spalla, ci apprestiamo a ripercorrere i 12 km di cammino verso Hydroelectrica in quanto il primo treno è previsto solo per il giorno successivo…non ci resta che camminare.

Passando accanto alla sede di Perù Rail notiamo un certo numero di persone: chiediamo informazioni e scopriamo che ci sarà un treno alle 14.30.  

Non ci sembra vero e ringraziamo Pachamama per averci aiutati ancora una volta… si torna in treno fino a Ollantaytambo e da qui a Cuzco, che raggiungiamo in pulmino privato verso le 18.30. 

Gratifica finale una ottima cena, di nuovo a Plaza de Armas al ristorante Ceviche Seafood, degna conclusione della nostra permanenza a Cuzco.

La mattina del 28 gennaio facciamo gli ultimi acquisti prima di ripartire per Lima, dove ci sistemiamo all’Holiday Inn Aeropuerto.  L’ultima visita del nostro viaggio è il “circuito magico del agua” a Lima, un parco a tema composto da 13 fontane con spettacolo finale di luci, suoni e immagini presso la fontana principale.  La serata si conclude al ristorante “Bolivariano”, una tipica comida peruana.

Il volo LATAM del 29 gennaio ci riporta in Messico, dove trascorreremo un paio di giorni in compagnia di amici prima di fare rientro a Verona via Francoforte, il 31 gennaio 2022.   La nostra bella vacanza in Perù, un Paese affascinante che consigliamo a tutti di visitare, finisce qui.

Alla prossima, Evolution Travel!         
Ornella e Vilmer

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