Parco nazionale Hornopirén: Guida completa alla scoperta di un tesoro della Patagonia cilena

Ultimo aggiornamento del post 2 Luglio, 2025

Parco nazionale Hornopirén: Guida completa alla scoperta di un tesoro della Patagonia cilena

Appena lasci la Ruta 7 per puntare verso il fiordo Comau, ti accorgi che il paesaggio inizia a cambiare impercettibilmente: la foresta pluviale temperata si fa più fitta, l’aria profuma di licheni bagnati e la neve che candeggia la cima conica del vulcano Hornopirén compare a intermittenza dietro le nubi.
In quel momento capisci di essere entrato in uno degli angoli più selvaggi del Cile.

A poco meno di due ore di navigazione da Puerto Montt – il grande snodo urbano della Regione dei Laghi – il Parco nazionale Hornopirén tutela oltre quarantotto mila ettari di antiche selve di faggi australi, ghiacciai sospesi, laghi color smeraldo e torrenti spumeggianti che si gettano in fiordi dai riflessi d’acciaio.

L’istituzione dell’area protetta, avvenuta nel 1988, ha permesso di mettere al sicuro un raro esempio di ecosistema temperato–freddo che sopravvive grazie alla pioggia costante e alla vicinanza dell’oceano Pacifico.
Se stai pianificando un prossimo Viaggio in Cile e vuoi respirare la Patagonia più verde – quella delle felci arboree, dei larici millenari e dei vulcani ancora attivi – Hornopirén merita un capitolo a parte nel tuo taccuino di bordo.

Ti accompagnerò in questo post alla scoperta del Parco nazionale Hornopirén.
Sono Roberto Furlani, esperto di Centro-Sud America e del Cile (per cui, come tour operator, ho creato più di 25 programmi di viaggio) e ho oltre 32 anni di attività professionale nel Turismo.  
Questo, in cui ti trovi, è il mio Blog ” Viaggio-CentroSudAmerica“, in cui racconto in più di 1050 post le straordinarie  bellezze  del Cile e dell’America latina (alla fine di questo post potrai conoscere meglio chi sono 😊

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Sentieri, laghi e vulcani: cosa fare all’interno del parco

Appena varcato il portale di legno del sector Río Blanco, il bosco ti avvolge con un fruscio soffice di foglie di coigüe e mañío.
Il sentiero più frequentato, quello che conduce al lago Pinto Concha, richiede una mattinata abbondante: cinque chilometri e mezzo di dislivello morbido, passerelle in legno che superano torbiere color ruggine, ponticelli che attraversano gole scure scavate dall’acqua di fusione.
L’ultimo tratto costeggia una colata lavica del vulcano Hornopirén ormai ricoperta di muschio, poi il bosco si apre su una conca turchese incastonata fra pendii di roccia nera. Se porti con te un filtro a membrana, potrai riempire la borraccia direttamente dal torrente e assaporare un’acqua che sa di neve appena sciolta.

Chi desidera qualcosa di più impegnativo può spingersi lungo il tracciato Sierra Todo El Año, un percorso di due giorni che sale sul crinale orientale fino a un belvedere naturale da cui, nelle giornate limpide, si abbracciano a sud le cupole glaciali del Parco Pumalín e a nord l’inconfondibile cono bianco del vulcano Yates.
Occorrono ghette impermeabili perché il suolo è intriso d’acqua e un GPS da montagna: la segnaletica, come notano spesso gli escursionisti su Tripadvisor, non è sempre intuitiva.

Parco nazionale Hornopirén: Guida completa alla scoperta di un tesoro della Patagonia cilena

Le Cascadas de Maqueihua, raggiungibili percorrendo la strada periferica che costeggia il fiordo Cabrera, offrono un’alternativa meno faticosa.
Il terreno in questo caso appartiene a una famiglia locale che da qualche anno chiede un contributo di quattromila pesos per la manutenzione del sentiero; due salti d’acqua alti oltre venti metri scendono da pareti coperte di felci e, se arrivi all’ora giusta, un arcobaleno di vapore illumina la pozza verde petrolio ai loro piedi.

Infine, la salita fino al bordo del cratere del vulcano Hornopirén resta un sogno per molti camminatori ambiziosi.
Non ci sono segnavia ufficiali, la traccia attraversa pendii instabili e neve vecchia di due stagioni; per ragioni di sicurezza il CONAF permette l’ascensione soltanto con guide accreditate, che forniscono ramponi leggeri, caschetto e assicurazione di responsabilità civile.
Quando la nuvolaglia cede il passo al sole, l’affaccio sulla colata giallo–ocra del 1988 sembra un paesaggio lunare sospeso fra cielo e mare.

Picchio Magellano Parco nazionale Hornopirén: Guida completa alla scoperta di un tesoro della Patagonia cilena

Incontro con la flora e la fauna

Nel cuore del parco si conserva uno degli ultimi boschi ininterrotti di larice patagonico – il mañío de hojas largas – in grado di superare i mille anni di vita. Alcuni tronchi raggiungono otto metri di circonferenza; toccarli è come passare la mano sulla storia geologica della regione.
Accanto crescono faggi di Dombey, cipressi di las Guaitecas e luma del sur, piante che rilasciano un profumo balsamico capace di annullare la stanchezza.
Tra i rami si muovono silenziosi il picchio di Magellano, riconoscibile dal cappuccio scarlatto del maschio, e il chucao tapaculo dal canto metallico che echeggia fra le radici.
Se alzi lo sguardo nel cielo aperto dei circhi glaciali potresti scorgere la silhouette di un condor andino; più probabile, lungo i torrenti, è l’incontro con la martora endemica e, al crepuscolo, con la volpe di Darwin.

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Dove dormire: tre indirizzi utili

Restare a dormire a Hornopirén ti permette di salire sui primi traghetti del mattino e di goderti i sentieri quando la luce è ancora tiepida.
Se viaggi con zaino leggero puoi valutare la Hostería Austral, una casa lignea dipinta di giallo che si affaccia sulla piazza: le stanze essenziali, il wi-fi condiviso e una colazione con pane casereccio rappresentano l’opzione più amichevole per il portafoglio.
A poche decine di metri dal molo si trova Hotel Puelche, struttura di fascia media costruita in pietra vulcanica e legno di mañío; le camere guardano il fiordo, il ristorante interno serve trote affumicate con erbe native, e i proprietari organizzano transfer fino all’ingresso del parco.
Se infine desideri regalarti un risveglio nel silenzio della foresta, prenota uno degli eco–domes del Lodge Termas del Río Negro: raggiungibile con un fuoristrada in trenta minuti, offre vasche termali coperte, degustazioni di sidro di mele patagoniche e guide naturalistiche a disposizione degli ospiti.

Parco nazionale Hornopirén: Guida completa alla scoperta di un tesoro della Patagonia cilena

Come raggiungere Hornopirén

In un Paese lungo quattromila chilometri, la logistica fa spesso la differenza. Il tuo punto di appoggio principale sarà Puerto Montt, città collegata quotidianamente con Santiago da voli di un’ora e quarantacinque minuti e servita dall’aeroporto El Tepual. Dal terminal degli autobus di Puerto Montt partono al mattino presto due corse della compagnia Buses Queilén dirette al villaggio di Hornopirén; il viaggio dura circa quattro ore perché include due imbarchi su traghetti pubblici che attraversano successivamente i canali Reloncaví e Comau.
Il biglietto combinato, che copre bus e navi, al momento costa trentacinque dollari.

Se preferisci la libertà di un’auto a noleggio – magari un semplice crossover con assetto rialzato – devi mettere in conto tre segmenti marittimi gestiti da Somarco; la prenotazione è obbligatoria, soprattutto tra dicembre e marzo quando i chilometri iniziali della Carretera Austral si popolano di viaggiatori.

In media, calcola sessanta dollari per la vettura e circa otto per ogni passeggero adulto.
Gli sbarchi non sono mai scontati: la cadenza delle maree e i venti di fiordo possono far slittare di qualche ora la partenza, per cui conviene tenere il programma elastico e magari spezzare la tratta con una sosta serale a Caleta La Arena, villaggio di pescatori noto per la zuppa di salmone con erbe di marea.

Una terza opzione, romantica ma più lenta, è il traghetto Naviera Austral che collega Puerto Montt a Chaitén via Hornopirén due volte alla settimana: navigherai fra isolette coperte di boschi e foche che si tuffano vicino alla prua, ma occorrono sette ore piene e la nave non opera in pieno inverno.

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Consigli pratici per un’uscita senza intoppi

La foresta pluviale temperata non concede sconti, quindi metti in valigia scarponi impermeabili, calze di ricambio in lana merino, guscio antipioggia e un secondo strato in pile; la temperatura oscilla dai cinque ai diciotto gradi fra giugno e settembre e può superare i venticinque in piena estate, ma gli scrosci improvvisi restano la norma. L’acqua dei ruscelli è pura, tuttavia un filtro tascabile evita spiacevoli sorprese; porta con te snack calorici perché dentro il parco non troverai rifugi attrezzati salvo un piccolo chiosco estivo vicino all’area picnic Río Blanco.

Prenota traghetti e alloggi con largo anticipo: l’offerta ricettiva conta poche decine di camere e, nei fine settimana estivi, viaggiatori cileni e stranieri saturano rapidamente la domanda.
Se non ti senti sicuro con la navigazione fra le maree, considera l’ingaggio di una guida locale: conosce i sentieri meno battuti, può spiegarti i segreti della medicina Mapuche a base di corteccia di canelo e, soprattutto, sa come reagire quando il tempo cambia senza preavviso.

Parco nazionale Hornopirén: Guida completa alla scoperta di un tesoro della Patagonia cilena

Voci dal web: il parco raccontato dai viaggiatori

Scorrendo le recensioni on-line ti accorgerai che la maggior parte dei visitatori rimane incantata dalla «sensazione di remota purezza» che si respira già sul primo traghetto.
Piacciono i grandi alberi, l’assenza di folla e la limpidezza dei laghi; non mancano, però, critiche alla segnaletica dei sentieri secondari e al controllo dei camper che a volte parcheggiano fuori dalle aree designate.
Qualcuno avverte che il sentiero per Pinto Concha, pur classificato come intermedio, diventa scivoloso dopo la pioggia e che nell’alta stagione il parco può chiudere temporaneamente gli accessi per evitare sovraffollamento: conviene sempre chiedere prima di mettersi in marcia.

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Informazioni utili

L’ingresso al parco costa quattromila pesos per i cileni e ottomila per i visitatori stranieri; l’orario di apertura va dalle otto alle diciotto in estate e dalle nove alle sedici in inverno.
Se parti da Puerto Varas, considera due ore di auto fino a Caleta La Arena, trenta minuti di traghetto fino a Puelche e un’ora e mezza di strada panoramica fino a Hornopirén.
Il bus pubblico, meno costoso, impiega quasi cinque ore.
Per le emergenze, il numero del ranger-jefe è affisso al gate di Río Blanco; la copertura cellulare è nulla dentro la foresta, buona invece nel villaggio grazie alla banda 4G di Entel.

Cavalli in Patagonia Parco nazionale Hornopirén: Guida completa alla scoperta di un tesoro della Patagonia cilena

In Viaggio nel Parco Hornopirén, in  Patagonia e in Cile con Roberto Furlani

Hornopirén non è soltanto un altro parco sulla mappa della Patagonia: è un mosaico di fiordi, larici secolari, ghiacciai di neve azzurra e voci di popoli che abitano questa terra da prima che il concetto di frontiera fosse inventato.

Se senti il richiamo di boschi che odorano di pioggia, di un lago che riflette le nuvole come uno specchio e di sentieri dove il silenzio è rotto solo dal tamburellare di un picchio, allora sai già quale sarà la tua prossima tappa.

Posso aiutarti a trasformare quel richiamo in un viaggio concreto: una mail o una telefonata, e costruiremo insieme la tua personale rotta verso il Parco nazionale Hornopirén, cuore verde della Patagonia cilena.

Sono Roberto Furlani, esperto di Centro-Sud America e del Cile (per cui, come tour operator, ho creato più di 25 programmi di viaggio) e ho oltre 32 anni di attività professionale nel Turismo.  
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Scopri chi sono

Mi chiamo Roberto Furlani e lavoro con passione nel Turismo da oltre 32 anni, di cui 15 passati a dirigere l’Ufficio Turismo del WWF Italia (Fondo Mondiale per la Natura) e 12 come Tesoriere di AITR (Associazione Italiana Turismo Responsabile).

Grazie anche a questa ricca esperienza sono oggi Responsabile Prodotto e Tour operator per Evolution Travel  (il Network che conta più di 600 consulenti di viaggio on line), per cui ho creato più di 120 programmi di viaggio, con cui potrai scoprire il Centro-Sud America!

Troverai tutta la mia storia nel “chi sono”; aggiungo solo  che per 22 anni sono stato giornalista pubblicista delle pagine scientifiche del Corriere della Sera.
E’ stato così per me estremamente naturale dare vita al Travel Blog Viaggio Centro Sud America  in cui ti trovi e creare più di 900 post e video che, spero, ti aiuteranno a conoscere e amare intensamente come me questa Regione del nostro Pianeta.

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